A Roma due attivisti hanno protestato all’interno dei Musei Vaticani di Roma per lanciare, ancora una volta, l’allarme sull’emergenza climatica e sui rischi che comporta per l’umanità intera. I due attivisti, un uomo e una donna del gruppo “Ultima generazione”, si sono incollati alla base della statua di Laocoonte.
Non sono stati recati danni all’opera d’arte; gli attivisti si sono incollati, con una colla speciale utilizzata nel restauro, al basamento della scultura.
L’intera sezione del museo, a pochi minuti dall’azione, è stato evacuata e alle persone presenti in supporto agli attivisti è stato sequestrato il cellulare.
Perché il Laocoonte.
Non si tratta di una azione senza senso, gli attivisti hanno spiegato il loro gesto. “Come Laocoonte, scienziati e attivisti non vengono ascoltati o, peggio, vengono messi a tacere dalla politica, più interessata a difendere i privilegi di una minoranza che a provvedere al bene della collettività”.
Laocoonte era un sacerdote troiano morto con i suoi figli per aver lanciato l’allarme sui rischi legati all’ingresso in città del cavallo-dono degli ateniesi.
Le motivazioni.
“Con il collasso sociale alle porte il mondo della politica ha avviato una campagna elettorale nella quale l’ambiente appare come un fantasma, solo sulla base delle sollecitazioni provenienti dal mondo scientifico, e la transizione ecologica è una parola priva di significato concreto”.
Le richieste degli attivisti sono due, “sono semplici e permetterebbero di fare un primo passo per contrastare il cambiamento climatico. Si dovrebbe interrompere immediatamente la riapertura delle centrali a carbone dismesse e cancellare il progetto di nuove trivellazioni per la ricerca ed estrazione di gas naturale; procedere a un incremento di energia solare ed eolica di almeno 20GW nell’anno corrente e creare migliaia di nuovi posti di lavoro nell’energia rinnovabile, aiutando gli operai dell’industria fossile a trovare impiego in mansioni più sostenibili”. Affermazioni che la comunità scientifica condivide da anni, ma gli stati continuano ad investire nelle fonti fossili.
Per contrastare l’emergenza climatica non bastano mezze misure. E gli attivisti di Ultima Generazione se ne sono resi conto.
“Non ci fermeremo finché il governo non le prenderà in considerazione” – conclude la nota.
Gli attivisti lanciano un appuntamento per i 21 agosto alle 16, a Roma, al Parco delle energie (ingresso Prenestina, zona Pigneto).
Le parole dell’attivista.
“Ho 26 anni e una laurea magistrale in Storia delle Arti. Pensavo che, al termine del mio percorso universitario, avrei trovato un lavoro nel mio ambito e avrei avuto un futuro stabile e tranquillo. Le scelte di questa classe governativa, più legata agli interessi dell’industria del fossile che al benessere della popolazione, mi stanno privando non solo del futuro ma anche del presente immediato. Non avrei mai voluto espormi fino a questo punto, interrompendo la quiete di un museo e incollandomi al basamento di un’opera, ma ci sono rimaste pochissime opzioni per essere ascoltati dalle istituzioni”
Fonte: ArteMagazine.
A cura di Serena Maddalo per LiveMedia24.
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