Fuori “Il coraggio di chiamarlo amore” il nuovo singolo di Orietta Berti

55 anni in musica, e non sentirli! Orietta Berti, storica voce della musica italiana, ci presenta il suo nuovo singolo "Il coraggio di chiamarlo amore".

“Il coraggio di chiamarlo amore” è il titolo del nuovo singolo di Orietta Berti, bellissima e storica voce del nostro panorama musicale italiano.

Il brano, realizzato da Enzo e Tano Campagnoli insieme a Mario Guida, è contenuto nell’album, “La mia vita è un film”. Oltre 55 anni di musica, per Orietta Berti, che torna con la bellissima, “Il coraggio di chiamarlo amore”, edito per Believe Digital Italia e Self Distribuzione.

La violenza sulle donne è, da sempre, il tema portante della musica della Berti. L’amore, quello di cui si parla ne “Il coraggio di chiamarlo amore”, è tangibile in ogni sua forma. Il brano fu presentato per la partecipazione al Festival di Sanremo del 2021, ma fu poi scelto “Quando ti sei innamorato”. Oggi, “Il coraggio di chiamarlo amore”, è comunque contenuto nel cofanetto atto a festeggiare la carriera dell’artista. Titolo di tale progetto è La mia vita è un film (55 anni di musica).

Ne, La mia vita è un film (55 anni di musica), l’artista canta l’Amore declinato in tutte le sue sfumature. Qualcosa di passionale che dura tutta una vita o, semplicemente, l’amore controverso, di alti e bassi, vissuto a distanza. L’amore per un figlio, semplicemente, che fatica ad accettare e dichiarare la propria identità e non solo. L’amore onesto, leale, disinteressato e incondizionato come quello che solo un cane può provare per il proprio padrone.
Queste le parole di Orietta Berti a riguardo: “Un argomento sempre attuale, perché, nonostante tutto, l’uomo violento, purtroppo, esisterà sempre. Ogni anno aumentano le denunce e le morti violente per mano di fidanzati, compagni, mariti. Tante sono ancora le donne che non hanno il coraggio di parlare e nascondono i soprusi per paura e per difendere i propri figli, succubi di una società che tutela ancora troppo poco le madri, le donne. Per denunciare è necessario avere delle ferite visibili, ma è più difficile mostrare le ferite psicologiche, quelle che rimangono per sempre.
È un messaggio che non è una novità, ma credo sia una responsabilità per chi come me ha la possibilità di “alzare” la voce, farlo. Non è mai abbastanza. Il coraggio di chiamarlo amore racconta di quando non è più amore, ma una prigione che priva la donna del diritto fondamentale alla vita. Nessuno può girare la faccia dall’altra parte fingendo di non vedere, divenendo, così, complici della violenza”.

 

Alessia Giallonardo per LiveMedia24

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