ONLINE IL REGIO ARCHIVIO FOTOGRAFICO DEGLI UFFIZI

Il Regio archivio fotografico degli Uffizi di Firenze è online a partire da mercoledì 15 novembre 2023.

Fu istituito nel lontano 1903 da Corrado Ricci, direttore delle Gallerie Fiorentine. L’archivio è stato riscoperto nel 2018 durante i lavori per i Nuovi Uffizi.

La collezione, composta da oltre 45mila fotografie, copre un arco temporale che va dalla metà dell’Ottocento agli anni Sessanta del secolo scorso.

La straordinaria scoperta

Considerato perduto fino al 2018, l’archivio è stato rinvenuto durante i lavori di ripristino. Nascosto in spazi chiusi da lungo tempo e quasi dimenticato. Contiene scatti molto importanti realizzati con varie tecniche: tra cui albumine, gelatine ai sali d’argento e collotipie. L’archivio comprende riproduzioni effettuate da circa 300 autori tra fotografi, editori e stampatori. I soggetti sono opere d’arte italiane e straniere, monumenti, paesaggi, persone ed eventi storici. La collezione era stata organizzata con precisione, suddivisa in piccoli e grandi formati e custodita in contenitori originali che hanno facilitato la conservazione e la consultazione.

Digitalizzazione e accessibilità

Dopo la scoperta, è stata effettuata un’accurata digitalizzazione del fondo, rendendo le immagini accessibili attraverso una piattaforma online che puo esse consultata seguendo il seguente link: RegioArchivio.

Gli utenti possono esplorare l’archivio attraverso ricerche per artisti, opere, fotografi, località e tecniche fotografiche. La piattaforma consente anche di visualizzare sia il recto che il verso delle fotografie di opere d’arte, persone, panorami e monumenti.

Eike Schmidt, direttore delle Gallerie degli Uffizi, ha commentato: “È il sogno di tutti trovare un tesoro in soffitta. E le foto riemerse dalle stanze nascoste degli Uffizi sono un tesoro nel senso più letterale del termine. È vero che il loro valore materiale è enorme, ma quello che per noi tutti conta di più è che raccontano la Storia, con fedeltà e con poesia. E poi c’è il valore aggiunto di vedere come erano conservate e consultate. Gli ingegnosi mobili del primo Novecento non si possono più utilizzare perché non a norma, ma la digitalizzazione consente di aprirne virtualmente i cassetti e gli sportelli. Con calma, anche dal computer di casa, si potrà viaggiare nei fatti di oltre un secolo e ammirare le opere d’arte constatandone condizioni e aspetti talvolta perduti, e perciò preziosi”.

Fonte: Artemagazine.

A cura di Serena Maddalo per LiveMedia24.

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