Virginia Risso: sono cresciuta a pane e teatro

Un'attrice sicura del percorso intrapreso, Virginia Risso, certa che riuscirà, con il suo scrivere, a smussare angoli legati ai tabù dell'umanità.

Cresciuta a pane e teatro l’attrice Virginia Risso, oggi con noi di LiveMedia24 per parlare di due spettacoli teatrali a cui ha dato vita, “I dialoghi della vagina” e “SENILOQUIO”.

Virginia Risso deve a sua mamma l’amore per il teatro, una passione mai sopita, un’arte per cui darebbe la vita.

Vi lasciamo alle parole di Virginia Risso, al suo futuro artistico, a questa nostra intervista…

Ti ringraziamo per aver accolto il nostro invito, Virginia. Cosa ti ha spinto, a suo tempo, ad avvicinarti alla recitazione e quali consapevolezze hai raggiunto nel corso degli anni?

Sono cresciuta a pane e Teatro, grazie a mia mamma che di domenica mi portava al Carignano di Torino. Ricordo come fosse oggi quel luogo magico ricco di velluto rosso, tavole di legno e palchi dorati, in cui mi immergevo per perdermi e poi ritrovarmi. Non ho, inoltre, dimenticato il momento in cui ho assistito a “Morte di un commesso viaggiatore”, con Eros Pagni nei panni di Willy Loman. Dai suoi occhi capii che avrei dedicato la mia vita a quest’arte, con estrema devozione e rispetto. Ho iniziato presto a frequentare corsi e laboratori fino alla formazione Accademica, per poi approfondire, cosa che accade ancora oggi, tecniche attoriali con workshop e lezioni private.

Cosa ti regala la recitazione?

È un’eterna scoperta! Proprio per questo motivo sono più che convinta che non si debba smettere mai di studiare, di approfondire. Ho avuto la fortuna, nel corso degli anni, di lavorare con numerosi artisti nazionali e internazionali, occasione che mi ha permesso di poter entrare in contatto con linguaggi sempre differenti. Ogni occasione di confronto rappresenta un’opportunità di crescita.

Hai scritto, diretto e interpretato diversi spettacoli, tra questi: “I dialoghi della vagina” e “SENILOQUIO”. Come hanno preso forma e quali tabù, in tal modo, sei riuscita ad abbattere?

La forza motrice della mia scrittura è la volontà di poter affrontare temi che ci appartengono ed accomunano e di cui si fa ancora fatica a parlare. Il velo di Maya che nasconde la realtà e la semplicità delle cose, è un velo sottile, inconsistente ma limitante. Per squarciarlo basterebbe allontanare i miti, l’imbarazzo immotivato, prendendo coscienza di sé e di chi ci circonda. Si innesca, in questo modo, un effetto domino, dove quelli che credevamo essere ostacoli insormontabili, diventano piccole tessere di una partita che decidiamo di giocare. Non ho ben idea di quali tabù sia riuscita ad abbattere. Considero tabù tutto ciò che ci limita nell’essere sinceri e a proprio agio con noi stessi e con gli altri, quindi se il pubblico esce da un mio spettacolo con un maggiore senso di benessere e consapevolezza reciproca, lo considero di per sé già un ottimo risultato.

Quali sensazioni ti regalano le tavole del palcoscenico e cosa ti auguri di poter concretizzare in futuro?

È un lavoro difficile, talune volte stremante. I pugili si rompono il naso in allenamento per assorbire al meglio gli urti, e questo dovremmo fare anche noi artisti, così da rendere meno dolorose le porte che ci sbattono in faccia! Resta, comunque, qualcosa di indescrivibile ciò che ci regala il teatro. Ti fa dire che, nonostante tutto, ne varrà sempre la pena. Per il futuro non posso che augurarmi che questa storia d’amore sia senza fine.

Un tema di cui dover parlare, un nuovo tabù da sfatare? 

Credo ci sia le necessità e anche l’urgenza di affrontare un’infinità di temi. Viviamo un periodo storico minato dall’odio, da un senso malsano di individualismo. Il Teatro è da sempre luogo di incontro e confronto, formativo e informativo, e ti offre la possibilità di veicolare messaggi importanti per il bene collettivo. Nel mio piccolo continuerò a promuovere una cultura equa ed egualitaria, mi piace farlo attraverso il linguaggio dell’ironia perché sono convinta sia un metodo efficace per stimolare una reazione del pubblico. Uno spettatore divertito è uno spettatore attento, con cui si crea un contatto, un rapporto, seppur breve. Con una chiave comica si possono aprire molte porte della mente di chi ascolta, seminando spunti di riflessione. L’onestà e il saper ridere di sé sono due aspetti caratteristici della mia persona e tra gli ingredienti principali dei miei lavori.

Alessia Giallonardo per LiveMedia24

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