CILLIAN MURPHY PROTAGONISTA IN “SMALL THINGS LIKE THESE” DOPO “OPPENHEIMER”
Lo scandalo delle Magdalene nell'Irlanda degli anni '80 in un film di rara bellezza ed intensità
Small Things Like These
Film di apertura della edizione 74 del Festival del Cinema di Berlino, Orso d’Argento per La Migliore interpretazione non da protagonista a Emily Watson, tratto dal romanzo Piccole cose da nulla della scrittrice irlandese Claire Keegan, proiettato alla Festa del Cinema di Roma nella sezione Best Of 2024, arriva nelle sale italiane il 28 novembre con lo stesso titolo del libro.
Cillian Murphy, noto attore irlandese, beniamino del regista Christopher Nolan, basti ricordare il suo ruolo in Oppenheimer con cui ha ottenuto il Premio Oscar come “Migliore Attore Protagonista”, ritorna al cinema con l’ intenso Small Things Like These, ambientato nella sua Irlanda nel Natale del 1985. L’attore è coproduttore del film accanto a Matt Damon e Alan Moloney, nella Produzione esecutiva compare anche Ben Affleck. Il progetto è dunque di portata internazionale come indica la sua struttura che non tradisce le aspettative di un alto livello cinematografico.
La genesi
Cillian Murphy è un ammiratore della scrittrice Claire Keegan. Racconta di avere letto i suoi romanzi e di essersi spesso commosso fino alle lacrime. Nel film l’attore trasmette questa stessa intensità con il suo ruolo da protagonista. Small Things Like These, ambientato in una cupa Irlanda, racconta la storia di un carbonaio Bill, padre di 5 figlie e marito devoto che consegna ogni giorno il carbone ai suoi clienti. Sono anni difficili di povertà e fatiche, in una società chiusa in cui la morale cattolica condanna ogni atto di amore che non sia suggellato dal matrimonio. Le ragazze peccatrici sono costrette dalle famiglie ad essere letteralmente internate negli Magdalene Laundries, istituti gestiti dalla Chiesa, dove venivano sottoposte ad una rigida disciplina, sfruttate e spesso private dei loro figli venduti o adottati senza il loro consenso.
Cillian Marphy asserisce che “Tutti in Irlanda conoscono queste vicende, l’arte può essere un balsamo per queste cose, può aiutare. “Questo”, ribadisce “e non i tappeti rossi, è il motivo per cui ho deciso di diventare un attore”. E puntualizza: “Quella vicenda resta un trauma collettivo e una grande vergogna in particolare per le persone di una certa età che sono quelle cose le hanno vissute. E poi ci sono ancora tante domande sulla complicità, il silenzio che hanno fatto da scudo a questa triste storia”.
Emma Borella per http://LiveMedia24.com
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