
Mickey 17
Scordiamoci Parasite (2019), la pellicola che ebbe grande successo e fece incetta di premi. Il nuovo film del coreano Bong Joon Ho è tutta un’ altra dimensione di cinema, nonostante il tocco di Bong sia riconoscibile. Nella realtà fantascientifica di Mickey 17 la terra non è un posto per tutti, ci si può trasferire in un pianeta lontanissimo per cercare di rimanere in vita ed avere ancora un futuro ma, purtroppo, si rimane comunque invischiati nelle stesse dimensioni economiche e politiche del presente.
Morire per vivere
Con Mickey 17, Bong Joon Ho torna alla fantascienza. La storia nasce dal romanzo Mickey 7 di Edward Ashton e porta sul grande schermo l’affascinate Robert Pattinson (“The Batman”, “Tenet”) accanto a Naomi Ackie (“Star Wars: Episodio IX – L’ascesa of Skywalker”), Steven Yeun (“Nope”) e dei non meno noti Toni Collette (“Hereditary”) e Mark Ruffalo (“Povere creature”).
Dimenticati gli attori coreani, il regista vuole dare al suo cinema un respiro hollywoodiano che a tutti non può piacere. Non si può dire che le interpretazioni dei grandi nomi del cinema americano siano poco convincenti. In primis Robert Pattinson è toccante nella suo ruolo complesso, un po’ buono e un po’ cattivo, incredibilmente rassegnato a morire per vivere. Nell’incipit è in fuga dalla terra, pieno di debiti, inseguito dai sicari dei suoi creditori. Per salvare la pelle, in modo frettoloso ed inconsapevole, accetta di diventare un Sacrificabile, una sorta di cavia umana sottoposta alle più atroci torture, costretto a morire in modi sempre nuovi, di fronte all’indifferenza dell’intero equipaggio della nave spaziale, in viaggio nell’universo.
Tutto è normale, freddo, osservato con disinteresse dai passeggeri, con cinico ottimismo dagli scienziati, e quasi con entusiasmo dal promotore della missione: il tirannico politico fallito ed esaltato Kenneth Marshall, in cerca nello spazio del successo non raggiunto sulla terra.
E così si osserva Mickey morire nei modi più svariati ( bruciato, congelato, smembrato). Tanto si può fare, una volta accettata questa condizione, egli non ci può ripensare e una volta morto, il sacrificabile viene ristampato, ritorna in vita con il suo corpo e la sua psiche. Magia della scienza.
Da capolavoro a caleidoscopio fantasy
Mickey 17 entusiasma nella prima ora di proiezione, poi si ha l’impressione che deragli in una miscellanea fantasy con “striscianti” alieni decisamente poco terrificanti, scontri che nulla hanno della esplosività del cinema di Bong e un finale da scoprire.
Si sorride di fronte a questa nuova esperienza di cinema, non ci si annoia, si esce leggeri e divertiti. Nell’incredibile universo di Mickey, rimangono però i segni di una feroce critica ai meccanismi di potere visibili ed invisibili del nostro tempo, sottesi in tutto il film e disseminati in ogni scena.
Emma Borella per http://LiveMedia24.com
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