Mirko Ronzoni: un artista vitale e poliedrico, non solo ai fornelli
Intervista a Mirko Ronzoni: un artista vitale e poliedrico, non solo ai fornelli.
Et voilà… abbiamo avuto il piacere di conoscere Mirko Ronzoni. Chef giovane, bizzarro, intraprendente, ma anche grande comunicatore multimediale e consulente della ristorazione.
Mirko lo si può riconoscere facilmente dal volto, sopratutto se siamo appassionati di programmi televisivi di culinaria. Ma ancor di più se parliamo di creatività ed estetica ai fornelli.
Personaggio da Talent Show
Se vi diciamo che ha una folta chioma di riccioli tendenti al rosso, barba e baffi a manubrio ed è stato vincitore nel 2015 del talent show più vecchio e famoso al mondo Hell’s Kitchen, avete capito di chi parliamo?
Le Origini
Di origini bergamasche – trentenne – ha girato il mondo per raccogliere esperienze, conoscere tradizioni, tracciare mode, scoprire tecniche. Ha fatto della cucina la sua missione di vita: un viaggio nel viaggio!
Aesthetic Kichen
Ora, siamo sicuri d’azzeccarci e in coro possiamo dire il suo nome: Mirko Ronzoni, l’aesthetic chef che grazie alle sue efficaci peculiarità comunicative ha avviato e gestisce un progetto di catering consulenziale chiamato “Aesthetic Kichen”. Cucina gourmet che lascia libera interpretazione alla cucina con un occhio di riguardo all’estetica e un buon investimento di creatività rendendola tanto raffinata quanto gustosa.
Da dove è partito il tutto? Come partito per un viaggio che pare voglia non finire mai…
Facciamo un passettino indietro: per manifestarsi il ragazzotto loquace e scaltro che conosciamo, ha nella sua valigia un bagaglio di tutto rispetto; l’amore smisurato per gli alimenti lo percepisce fin da piccolo – un bimbetto di 8 anni che alle elementari, durante un corso di cucina ha i primi approcci con ingredienti, gusti e sapori; scatta la scintilla ed è subito passione! Capisce ben presto che questo colpo di fulmine a ciel sereno non andrà a svanire ma con ricerca costante, dedizione e tanto impegno delineerà la sua strada: un percorso sempre in… working in progress.
Studi d’obbligo e professionali e poi?
A sua detta lo studio non basta; ognuno deve trovare il suo posto nel mondo… e Mirko – ci permettiamo di chiamarlo così perché ispira al ‘ TU’ quale ventata di freschezza e leggerezza – sceglie dopo la scuola di viaggiare, non tanto per trovare qualcosa ma per formarsi e conseguenzialmente trasformarsi: ha idee chiarissime in questo senso. Non è stato certo un tipo statico. Da subito ha scelto di muoversi all’estero per ampliare la sua visuale, rafforzando il suo spirito d’intraprendenza che di fatto capiamo essere sempre stato up.
Tra Londra, New York, Bucarest raccoglie dal mondo della ristorazione informazioni e spunti concreti da portarsi sempre appresso e addosso come vere e proprie esperienze di vita formanti da applicare.
Questo ha fatto si quindi che fin da subito fosse padrone di se stesso: indipendente nello sviluppare idee e programmare e/o modificare assetto dei suoi progetti; mai monotono. Ragazzi, fatela un’esperienza all’estero – sarà nutrimento!
Possiamo definire che è la passione per l’esplorazione a rendere lo chef Ronzoni così vitale e poliedrico?
Possiede solide basi di partenza: la sua cucina è caratterizzata da tecnica e tradizione accompagnate da un’accurata ricerca delle materie prime. Il ristorante non è solo un luogo dove fornire un mero servizio. E’ un ambiente da vivere con naturalezza e agio, facendo esplodere quanto ti porti dentro.
Se non era prevedibile e tanto meno preventivato, per vincere una competizione televisiva di un certo spessore, è determinante muoversi con lo spirito giusto e convinto. Proprio quello che al nostro aesthetic chef Ronzoni non è mai mancato e non manca. Una visione futuristica è sempre stato il suo punto di vista. Quasi un rompere gli schemi. “Non si lavora solamente per uno stipendio assicurato e un futuro garantito” afferma Mirko – anche se -ammette – questa condizione ottimale può dare una certa sicurezza e ti permette di raccogliere nella vetrina dei ricordi istantanee di mise en place, staff food, sala piena, cliente da salutare e servire.”
Oggi la sua vita è diversa. Muovendosi tra catering, aperture, eventi, rinnovamenti questo nostro giovane chef ci invita a fare una riflessione ben precisa: Ognuno può esprimersi a tutto tondo e manifestare emozioni e leggiadria sia nei piatti che con gli ospiti del momento, mantenendo un decoro di un certo livello nonostante siano sempre richiesti costanza e perseveranza. E a quanto pare non gli mancano,anzi!
Che tipo di contatto cerca in cucina? Ci sono precise linee da seguire per… presentarsi?
Possiamo dire che la cucina di MirKo sposa pienamente l’idea che vuole trasmettere il nostro magazine in quanto ha uno sguardo modernista – si, questo è il suo stile: innovativo è il suo pensiero, volto a cogliere il “non detto” degli ospiti, a raccogliere velate richieste, a investire nelle emozioni taciute, a manifestare desideri non solo di palato ma anche visivi proponendo comunque piatti di tradizione rivisitati, ma attenti alla sostenibilità economica ed ecologica. La visione è di poter offrire sempre una miscellanea esperienziale per tornare a gustare con trasporto senza avvertire l’ego dello chef che prevarica; aspetto importante per mettere in evidenza la genialità delle portate o favorire l’approccio ai servizi offerti ai clienti.
Capace di imprimere e quindi esprimere istintività e naturalezza nei gesti, manifesta nel suo far cucina una creatività innata e non forzata o conformata a clichè preimpostati. Innovazione, modernità ancorate a buona dose di razionalità rendono le sue proposte e i suoi progetti avvolgenti e accattivanti allo stesso tempo, elementi che caratterizzano il suosavoir faire… non solo ai fornelli.
Gourmet chef
Dal punto di vista del nostro gourmet chef possiamo comprimere in una generosa espressione il suo motore di ricerca e creazione: a caratteri grandi ci dice “la caratteristica umana più grande è la resilienza”. Forse oggigiorno c’è abuso di questo termine, ma questo inciso ci aiuta proprio a comprendere l’artistache abbiamo davanti. Pronto a fare e disfare trasformando in proposte genuine e moderne le sue molteplici esperienze vuoi siano quelle estere o televisive o di cucina e gastronomia pura.
Uno sguardo al futuro della ristorazione e non solo…
Già… tendiamo spesso a voltarci per vedere cos’è stato. Ma nel caso di Mirko, lo sguardo indietronon è per vedere cosaci siamo lasciati semplicemente alle spalle ma cogliamo l’occasione per valorizzare cosaci ha permesso di arrivare fin dove siamo giunti, e cosaci darà lo slancio per continuare verso una gioiosa e giocosa proiezione prossima.
In ambito imprenditoriale, il suo ardore si manifesta ipotizzando che gli ambienti di ristorazione dovrebbero riscoprirsi e reinventarsi proponendo soluzioni di tradizione all’avanguardia; andando incontro ai gusti dei clienti che sostanzialmente non sono cambiati, anzi (!): c’è voglia di ritorno e ritrovo come si faceva prima della crisi. Ecco, la resilienza: proporre progetti e soluzioni forti e solidi in grado di garantire nuovi stimoli alle attività di imprenditoria gastronomica e sostenere la rigenerazione di un mercato annichilito dall’attuale congiuntura senza far venir meno l’essenzialità del piacere della tavola.
Diventare un pasticciere migliore!
Personalmente invece si è fatto quasi un promessa: “diventare un pasticciere migliore!” – sorridiamo per la singolarità dell’esternazione. Beh… tra le sue ammissioni, confessa che c’è ancora strada da fare tant’è vero che la pasticceria monoporzione da esposizione ancora lo sente come il suo progetto per quando diventerà grande. Evvai di nuove sfide e obiettivi da raggiungere per rendersi più completo. Così quindi, sempre in viaggio verso… verso nuovi orizzonti ai fornelli!
Intervista a cura di Roberto Revel (www.moderngastronomy.it)
Servizio di Monica Gazzetto(www.livemedia24.com)