Spencer: Lady D. torna sul grande schermo
Spencer, diretto da Pablo Larraín, è “Una favola ispirata da una tragedia vera”. Larraín decide di raccontare e mettere al centro di questa storia la persona, più che il personaggio, di Lady D e si immagina così i tre giorni delle feste Natalizie in cui Diana maturerà la scelta di lasciare il principe Carlo.
Sin da inizio film ci troviamo davanti una Diana smarrita, sola, che non si sente parte della famiglia reale. Non a caso la nostra protagonista nella prima sequenza si troverà in macchina alla ricerca della tenuta reale, persa tra i campi che una volta erano veramente casa sua. C’è un filo che collega Diana al suo passato, in questo caso la giacca del padre, e che la principessa non vuole spezzare. Il regista ci mostra una donna distrutta, soffocata sia dal matrimonio fallito, sia da una famiglia che non sente sua. Le regole e la rigidità della tradizione la tengono ancorata al passato. Nella Corona inglese non esiste futuro poiché già scritto nel presente.
Nel film si racconta la vita quotidiana all’interno del palazzo reale, dalla routine soffocante a cui è costretta Diana fino agli ingranaggi che permettono il funzionamento della macchina istituzionale inglese. Interessante è infatti lo sguardo che ci propone Larraìn delle cucine reali.
Suggestive alcune sequenze del film dove si riesce a percepire il dolore che Diana prova. Lei e il suo dolore sono sempre presenti, il regista non li lascia mai. I primi piani sono funzionali come scelta registica e permettono di far emergere tutte le emozioni che un’anima morente come quella di Diana può offrire. Funzionale a tal proposito anche la fotografia tutta giocata sui toni freddi.
Questo è possibile grazie ad una splendida interpretazione da parte di Kristen Stewart, probabilmente la migliore della sua carriera, che riceve la sua prima nomination agli Oscar come attrice protagonista e anche la sua prima nomination ai Golden Globe.
Bisogna però spendere due parole sulla colonna sonora di Jonny Greenwood che rende il film un’opera completa. La musica la fa da padrone insieme alla Stewart e consente al pubblico di comprendere ancora di più il dolore della principessa.
Spencer non può definirsi certamente un biopic. Si parla di un’opera che scava dietro la figura di moglie e principessa per mostrarci la fragilità di una donna che ha come porto sicuro solo i suoi figli. è un film che si racconta con sguardi e musica, dove le parole non sono necessarie.
Silvia Maddalo per LiveMedia24