Adelmo Togliani: “Maria Stuart” una piece stimolante

Adelmo Togliani, è attualmente impegnato in teatro con “Maria Stuart”, lo incontriamo oggi per parlaci del suo attuale impegno.

Uno spettacolo particolare, “Maria Stuart”, incentrato in edifici d’epoca, in cui Adelmo Togliani veste i panni de Lord Leicester, cinico e arrogante, ma simpatico.

Un ruolo che diverte molto Adelmo Togliani, perché stimolato dal contesto creato dal regista Fineschi, dal particolare lavoro che concerne lo spettacolo.

Grazie per essere con noi di LiveMedia24, Adelmo, cosa puoi anticiparci su questo spettacolo, “Maria Stuart”, ad opera del regista Carlo Fineschi? 

Carlo Fineschi continua a stupirmi, di volta in volta. Non è la prima volta che collaboro con lui ad uno spettacolo teatrale. Questa volta, però, ha saputo coinvolgermi ancora più del solito per la caratteristica con cui ha realizzato il tutto. Il pubblico che assisterà alla piece, di serata in serata, potrà essere a quaranta centimetri circa da tutti noi, attraversando, di sala in sala, scene caratterizzate da abiti d’epoca, senza vivere alcun fermo. Il testo è tipico dell’epoca, per una situazione davvero stimolante per un attore.

Parlaci del tuo personaggio, l’enigmatico e cinico, Lord Leicester..

Come dicevi, Lord Leicester è un doppiogiochista, un vero e proprio arrogante, ma sa comunque destare simpatia, a suo modo. Vive la sua indecisione tra Maria Stuart e la regina Elisabetta I, scegliendo con non poca difficoltà tra le due. Questo lavoro mi ha permesso di ritrovare dei colleghi con cui ho sempre avuto un rapporto ottimo, cordiale. Ritrovarsi ha fatto sì che potessimo riprendere il tutto come se non ci vedessimo dal giorno prima. Siamo in undici e siamo molto uniti.

Ti andrebbe di affrontare un viaggio a ritroso legato ai tuoi inizi come attore e regista? 

A permettermi di esordire, anni fa, fu Silvano Tranquilli. L’incontro con lui mi portò tante consapevolezze ed esperienze, nel periodo in cui, tra l’altro, prendevo parte all’Accademia Achille Togliani, gestita da mio padre. A Tranquilli, più di tutto, devo la verità, la stessa che mi chiedeva di portare in scena, di volta in volta, e che, conseguentemente, mi richiese anche Pupi Avati. Il primo film da protagonista arrivò dopo anni di sacrifici, di provini su provini, grazie ad Antonio e Andrea Frazzi.

Adelmo Togliani ricorda suo padre Achille.

Un tuo personale ricordo di tuo padre, Achille Togliani..

Ho un bellissimo ricordo di lui. Con maggior piacere ricordo le notti passate insieme a guardare film d’autore, disquisendo di tutto ciò che ci piaceva. Ho realizzato, recentemente, un documentario per la Rai in cui parlo di lui, “Parlami d’amore”. Era un uomo simpatico, un vero e proprio conoscitore del mondo, ma diligente per ciò che concerneva il suo lavoro. Gli devo tanto, sia dal punto di vista umano che lavorativo, soprattutto. Devo a lui il gusto per l’estetica e molto altro. Rimpiango soltanto il fatto che non abbia avuto modo di vedermi recitare. Un vero dispiacere. Differentemente, ebbe modo di prendere parte alla mia prima regia e ne rimase colpito.

Parlaci del tuo vissuto, di cosa ti piace fare nel quotidiano.. 

Vivo in uno stato di perenne ansia, che trasmetto anche agli altri, inevitabilmente (ride). Sono, inoltre, dell’idea che il tempo che abbiamo a disposizione sia davvero poco. Vorrei averne di più per potermi dedicare a molto altro. Mi piace, inoltre, viaggiare. Grazie al mio lavoro riesco a farlo e questo accade sin da quando ero bambino e viaggiavo insieme a mio padre.

Progetti futuri. Puoi anticiparci qualcosa? 

Ho intenzione di realizzare una serie che parli di Néo Kósmo, sempre per la Santa Ponsa Film. In futuro saprò dirvi di più a riguardo.

Alessia Giallonardo per LiveMedia24

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