“Impossibile”, i Factanonverba e la concezione moderna del tempo
L’iconico duo sardo Factanonverba torna con “Impossibile”, un brano scritto a quattro mani dagli stessi Paolo Vodret e Marco Calisai.
Impossibile è una pergamena musicale sorta dal calamaio emozionale della band, la cui penna è in grado di intingersi nella dimensione più intima dell’immaginario collettivo. Ne estrae concetti, sentimenti e tematiche in ombra, riportandoli alla luce con la veemenza e l’ardore del rock. Nel febbrile fluire di immagini iconiche, i Factanonverba puntano il focus sulla concezione moderna del tempo.
«Il testo di questa canzone nasce da alcune considerazioni sulla nostra vita, totalmente assorbita nell’incalzare sempre più irrazionale del tempo. Tanto da farci agire spesso come automi in vista di un obiettivo che in realtà non è per niente chiaro. Inseguiamo modelli fornitici dal mondo dei media, consumiamo i momenti migliori della nostra esistenza a lavorare per produrre il minimo per la nostra sussistenza. Ma il tempo scorre inesorabile, e tornare indietro è impossibile.»
Trasformare il passato, i nostri errori di valutazione ed ogni sbaglio commesso, è chiaramente “impossibile”. Ciò che invece non lo è è tentare di sovvertire la concezione contemporanea del tempo. L’agire individuale dal e nel momento presente influendo su quello comune, anche quando i condizionamenti e le abitudini bussano alla porta del nostro cuore assuefatto. Un invito a prestare attenzione alla qualità di ogni nostro attimo, a ritagliarci il giusto spazio per comprendere la direzione in cui stiamo avanzando. Osservandola e modificandola se necessario, fissando una meta che sia personale e soggettiva, anziché il mero frutto di un’imposizione sociale travestita da raccomandazione.
I Factanonverba sono dotati di una sensibilità analitica e descrittiva in grado di dar vita a liriche profonde, incisive ed anticonvenzionali. Rappresentano l’emblema di quel cantautorato it-rock capace di trarre dalla frenesia del caos sociale per riportare la calma quiete nell’ordine naturale del percorso. Intimo e proprio, di ciascuno di noi.
Gino Morabito per LiveMedia24