Giovanni Belfiori è il patron del “Passaggi Festival”, che si svolgerà dal 20 al 26 di giugno a Fano.
Il Festival, ideato e diretto dallo stesso Belfiori, è dedicato ai libri, alla lettura. A presiedere il Festival, Cesare Carnaroli, ex sindaco di Fano.
Dieci anni per il “Passaggi Festival”, quest’anno. Un traguardo davvero importante che ha il solo intento di rendere i libri un qualcosa si fondamentale, di quotidiano, come ammette lo stesso Giovanni Belfiori.
Incontriamo, dunque, Giovanni Belfiori per parlare del suo vissuto e di questo Festival che porta avanti egregiamente.
Ben trovato su LiveMedia24, Giovanni, come ha avuto vita il tutto?
L’idea del festival è nata a luglio 2013, quando provai a immaginare il format e i luoghi dove organizzarlo. Col mio lavoro avevo avuto la fortuna di accumulare, negli anni, una serie di contatti interessanti. Contatti non solo nel mondo politico, editoriale, giornalistico, ma anche in altri settori. Pensai che un festival dedicato alla saggistica sarebbe stata una proposta originale in un panorama di manifestazioni dominate dalla narrativa. Insomma, tra fiction e non-fiction, scelsi la seconda, ma solo per tentare di costruire un’identità del festival non troppo inflazionata. Fano, cittadina adriatica dove sono nato, mi sembrò il luogo più accogliente e adatto. Una città, tra l’altro, caratterizzata da spazi suggestivi sia in centro storico sia nella zona mare.
Contattai alcuni amici, i primi furono Nando della Chiesa che accettò subito di essere della partita. Poi fu la volta dell’ex sindaco di Fano, Cesare Carnaroli e della giornalista di Repubblica Alessandra Longo. A seguire Giorgio Santelli di Rainews24; Lorenzo Salvia del Corriere della Sera e infine lo storico Claudio Novelli. Organizzammo la prima edizione nei freddi giorni di fine novembre, con un contributo pubblico solo della Regione Marche di duemila euro e una manciata di sponsor privati. Pochissima pubblicità, un gruppo di volontari a dare man forte, e tanta fiducia. Vennero, e cito a memoria solo alcuni nomi, Sergio Zavoli, Enrico Rava, Walter Veltroni, Valerio Massimo Manfredi, Sergio Staino, Gian Antonio Stella, Aldo Bonomi. Fu un successo straordinario di pubblico e decidemmo di ripetere l’esperienza dopo pochi mesi, nell’estate 2014.
Il mondo intero ha subito uno stop, recentemente. Quali consapevolezze ha apportato la situazione pandemica al suo vissuto?
Rimango in tema di libri: chi ha letto le memorie di chi è stato testimone dei campi di sterminio, i resoconti delle due guerre mondiali. E, ancora, le storie terribili di epidemie, catastrofi naturali, carestie; i diari dei prigionieri dei gulag, e questo solo per rimanere nel Novecento. Bene, chi ha letto ciò sa che il mondo non è un posto meraviglioso dove tutti sono buoni e gentili, e che la storia non è necessariamente fatta di “magnifiche sorti e progressive”. Ecco, i libri, saggi e cronache, diari o romanzi che siano, ci aiutano a comprendere meglio il presente, a viverlo come tempo proprio. Tutto ciò non solo in vista del futuro. Vivere meglio il presente, credo che questa sia la vera consapevolezza che la pandemia mi ha rafforzato.
Dagli anni ottanta si occupa di comunicazione politica e organizzazione di eventi. Quanto impegno occorre per poter svolgere tali mansioni?
Non ci sono orari e, al di là di ciò che si può pensare, si lavora tutto l’anno. Per farlo, consumo tutto il mio tempo libero, poiché da Passaggi Festival non ricevo e non ho ricevuto compensi, almeno non fino ad ora. In ogni caso, sono progetti che non si costruiscono mai in solitaria: se non avessi una squadra affiatata, non ci sarebbe il festival. Può sembrare una banalità, ma questa banalità permette a Passaggi di esistere, poiché da solo non reggerei un giorno.
Passaggi Festival è caratterizzato da ospiti di alto livello ed è giunto quest’anno alla sua decima edizione. Quali sono le novità di questa edizione del 2022?
Quest’anno le novità sono veramente tante, dall’avvio a San Costanzo all’apertura di due nuove sedi: sul lungomare fra Fano e Pesaro, a Bagni Elsa. I libri presentati, principalmente, saranno rivolti ad un pubblico giovane, ma non solo. In centro storico, al Chiostro delle Benedettine, si terranno rassegne specialistiche dedicate al benessere, tecnologia digitale, arte, filosofia e scienza. Siamo anche orgogliosi di ospitare un evento espositivo eccezionale, la mostra “I libri si sentono soli. Storia e storie di una biblioteca di famiglia”. Scritti inediti di Giuseppe Ungaretti, Paul Valéry, e Corrado Alvaro saranno solo alcuni dei numerosi documenti letterari che si potranno ammirare. Passaggi, inoltre, ospiterà per la prima volta la proclamazione e premiazione dei finalisti del premio letterario internazionale Franco Fortini.
Un particolare ricordo legato alle annate precedenti della manifestazione?
Torno al 2013, alla prima edizione. Domenica primo dicembre premiammo, col Premio Passaggi, Sergio Zavoli. Aveva compiuto 90 anni un paio di mesi prima. Si avvicinò al tavolo e chiese cosa doveva fare: gli spiegammo che avevamo concordato una lectio, si scusò, disse di non aver preparato nulla, era davvero dispiaciuto. Parlò un’ora, a braccio, davanti a circa 300 persone assiepate e in silenzio assoluto. Fu una lectio straordinaria, benché improvvisata, di un uomo fuori dal comune, umile e generoso, di una statura professionale e umana davvero straordinarie.
Un nome che avrebbe voluto portare al Festival quest’anno?
Se fosse vivo, inviterei di nuovo Zavoli.
Visita la Home page del “Passaggi Festival”
Alessia Giallonardo per LiveMedia24