Alcuni buoni motivi per apprezzare al cinema Babygirl

Babygirl, per Nicole Kidman: "Il ritratto autentico di una donna contemporanea".

Un Thriller erotico

Una strepitosa Nicole Kidman (57 anni)  incanta con la sua bellezza, fin dalle prime inquadrature, nel thriller erotico  Babygirl di cui è una straordinaria protagonista. Dopo il successo  al Festival del Cinema di  Venezia 2024, con  il prestigioso riconoscimento della Colpa Volpi per la  Migliore interpretazione femminile, primeggiando sulla brava  Angelina Jolie (Maria) e l’intensa Fernanda Torres (Io sono ancora qui), Nicole Kidman, con il film di Halina Rejine, dal 30 gennaio è al cinema.

Sinossi

L’attrice in Babygirl è Romy, una ricca donna d’affari sposata con Jacob (Antonio Banderas) regista teatrale, marito innamorato e premuroso. L’incipit del film immette istantaneamente nel nodo focale: a pochi minuti dall’inizio Nicole Kidman lascia il marito solo nel letto. Si allontana per masturbarsi. Ciò non accade con il giovane stagista Samuel (Harris Dickinson) di cui la prestigiosa Ceo di una moderna  società di robotica si invaghisce, pur con dubbi e una certa renitenza.

Recensione

L’ anticonformista Halina Reijn realizza un’opera di cui è sceneggiatrice, regista e produttrice. Motivata  dal desiderio di indagare alcuni interessanti meccanismi psicologici, confeziona un film ardito e coraggioso, un viaggio in un universo intimo inedito, nella “piccola scatola nera piena di fantasie e tabù che vorremmo non condividere mai con nessuno”. Nel profondo della psiche e dell’eros.

 Secondo la Reijn: “il femminismo è la libertà di esplorare la vulnerabilità, l’amore, la vergogna, la rabbia e la bestia interiore di una donna.” Ed è così che il  film mette a nudo, in modo molto disinvolto, il tema della sessualità femminile, di cui il cinema parla poco,  compiendo un viaggio  psicologico nei meandri dei desideri femminili e maschili,  mettendo in luce le dinamiche relazionali coinvolte, in un gioco erotico che si spinge fino al limite.

 

Per la regista olandese: “Invecchiare significa affrontare l’infinità di tutto. A metà della nostra vita, non possiamo più nasconderci e dobbiamo confrontarci con i nostri demoni interiori. Più sopprimiamo la nostra ombra, più il nostro comportamento può diventare pericoloso e dirompente. La relazione al centro di Babygirl permette a Romy e Samuel di esplorare la loro confusione riguardo al potere, al genere, all’età, alla gerarchia e all’istinto primordiale.”

Il sodalizio Halina Reijn – Nicole Kidman

Molta della riuscita del controverso film, premiato a Venezia ma modesto negli incassi e ignorato da Hollywood, è dovuta alla partnership tra Halina e Nicole. La Kidman ha definito l’esperienza sul set liberatoria, complessa, possibile solo perché è stata condivisa con la regista.

L’attrice in Babygirl è Romi: la donna ai vertici della scalata del successo, capace, virtuosa ma anche coraggiosa. In grado di  sfidare il ruolo o la sua immagine  sociale e di ricavarsi  uno spazio dalla tranquilla quiete familiare, curiosa di poter finalmente esplorare una dimensione sconosciuta di sé.

E sono incredibili le scene in cui si legge l’imbarazzo, la scoperta del piacere, la curiosità di una babygirl matura ma innocente in una relazione  con  corpo e  psiche che non conosce. Decisamente indovinata anche la scelta del partner Samuel, il giovane modello attore  Harris Dickinson, già distintosi in Triangle of Sadness (Miglior film a Cannes 2022). Senza la sua sfrontatezza, la bellezza e il suo portamento, senza la freschezza del suo personaggio, perfetto uomo in carriera di oggi, in primo luogo  alla ricerca di se stesso, sarebbe mancato un pilastro del film. Bellissima la scena in cui Samuel balla seminudo davanti a Romi, in una dimensione atemporale priva di ogni altro elemento se non la loro profonda intesa.

Emma Borella per http://LiveMedia24.com

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