“L’altra metà di me sei tu” segna il ritorno cinematografico della regista, nonché attrice, Annarita Campo.
Un film che parla d’amore, per l’artista siciliana Annarita Campo, un sentimento tutto al femminile.
Vi lasciamo alle parole della regista Annarita Campo, a questa nostra intervista..
Ti ringraziamo per aver nuovamente accolto l’invito di LiveMedia24, Annarita, come procede il tuo vissuto?
Sono io che ringrazio voi! Procede molto bene. Ho lavorato per un anno intero ad alcuni progetti e tra questi vi è “L’altra metà di me sei tu”, il mio ultimo film. La pellicola, da poco nelle sale, mi ha regalato la possibilità di prendere parte a 122 festival internazionali in America, Francia ed anche altrove.
Ho anche curato, come direttore artistico, alcuni eventi ai Parioli, a Roma, che mi hanno permesso di consacrarmi come l’erede di Maurizio Costanzo. Tra i tanti mi piace ricordare il premio Giovanni Campo che ha visto la partecipazione di Serena Grandi. Ho, inoltre, girato l’Italia grazie ad alcune opere pittoriche di volti noti, realizzate su carta da papiro. Non ultima, la mia passione per la cucina che mi ha permesso di rientrare tra i 100 chef migliori d’Italia, ciò grazie all’associazione Italiana cuochi. A marzo ritirerò un altro premio, le 5 stelle d’oro della cucina.
Il giorno di San Valentino ha visto la presentazione del tuo ultimo film, “L’altra metà di me sei tu”. Un lavoro a cui tieni molto, da te realizzato e interpretato. Cosa puoi dirci a riguardo?
Parliamo del mio diciassettesimo film, iniziato nel 2018 e terminato nel 2019, per poi subire un ulteriore fermo causa Covid-19. Nel film, oltre a dirigerlo, sceneggiarlo e produrlo, interpreto anche il ruolo di Andrea, la protagonista, autrice di colonne sonore. La mia Andrea si innamora perdutamente di una giovane attrice, con cui vivrà un’intensa storia d’amore. Non vi svelerò altro per non togliervi la giusta curiosità. Posso soltanto dirvi che il film è piaciuto molto..
In base a cosa scegli gli attori presenti sul set e quali legami si instaurano nel dietro le quinte?
Scelgo i miei attori in base al ruolo che sto scrivendo. Alcune volte capita di trovarli proprio come li pensavo, mentre in altre situazioni tocca adattarsi a ciò che più piace. Cerco, ad ogni modo, di plasmarli secondo il mio modo di lavorare e, la maggior parte, sono donne. Sui miei set si è sempre come in famiglia ed è quindi normale che si creino dei legami di amicizia, così come d’amore. In tali casi continuo a mantenere un rapporto professionale ma non tutti riescono. Durante la lavorazione del mio ultimo film, ad esempio, mi è capitato di vivere una storia di otto mesi ed una di ben due anni.. Diversamente, tempo fa, accadde di vivere una storia con una nota attrice italiana, ma soltanto a fine set.
Che ricordo hai dei tuoi inizi legati alla recitazione, Annarita Campo, e quali consapevolezze hai razionalizzato negli ultimi anni?
La passione per la recitazione, così come per la regia, si è sviluppata a soli quattro anni, quando presi in mano la prima 8mm che comprò mio padre. Mi innamorai perdutamente di quel mezzo che permetteva di poter rivedere tutto ciò che veniva filmato. Alcune volte avrei voluto mollare ma, per fortuna, ho avuto sempre mia madre al mio fianco, pronta ad incoraggiarmi. Ho consapevolmente razionalizzato che, senza aiuto alcuno, la strada è davvero tortuosa. Sarei, inoltre, felice di poter tornare ai tempi in cui cominciai, per poter collaborare di nuovo con amici che erano molto più professionali degli artisti di oggi.
Annarita, c’è qualcosa che non sei ancora riuscita a realizzare?
Vincere un Oscar.. come gran parte degli artisti! Mi consola l’aver ricevuto, in passato, tre inviti per un film che poi, purtroppo, non è nemmeno più uscito in televisione. Mi piacerebbe, inoltre, lavorare in America ma alcuni impegni familiari mi impediscono, al momento, di concretizzare questo sogno.
Cosa prevede il tuo futuro artistico?
Un impegno costante nel cinema, qualcosa che adoro da sempre! Mi piacerebbe anche dedicarmi al teatro, con una commedia, un lavoro che ho avuto modo di far leggere a Mario Scaccia. Gli è piaciuto molto e vorrei portarlo in scena.
Alessia Giallonardo per LiveMedia24