Emilia Perez di Jacques Audiard, la recensione

Il regista francese Jacques Audiard nella sua nuova avventura creativa

Primo film musicale per il regista francese

Jacques Audiard (1952), autore di molte opere  premiate con prestigiosi riconoscimenti ma mai consacrato tra i più importanti registi europei, con Emilia Perez, al cinema nelle sale dal 9 gennaio, sta riscuotendo un successo notevole di pubblico e di critica. Merito di un film unico, un’avventura musicale che attraversa i generi del cinema e del presente con disinvoltura, senza mai annoiare lo spettatore.

 

Lo spunto creativo

L’inedito universo  Emilia Perez  è rappresentato da una narrazione molto originale e  libera, una sorta di avventura creativa che prende spunto dal  romanzo Écoute (Ascolta) di Boris Razon. In particolare  Jacques Audiard  si sofferma sul personaggio di  Manitas, un narcotrafficante in crisi con la propria identità sessuale, determinato a compiere la transizione per diventare una donna. Da questa idea inizia l’avventura creativa del regista – sceneggiatore che scrive di getto 30 pagine e crea  un libretto di un’ opera lirica “con scene, tableaux e  archetipi senza alcun vero sviluppo psicologico”.

Un progetto  musicale molto indistinto che  Audiard sviluppa coinvolgendo da subito  Clément Ducol (direttore musicale dell’opera rock Annette di Leos Carax) e la sua partner Camille (cantautrice francese che compone le musiche del film di animazione Il Piccolo Principe 2015 e per Corsage 2022, nota anche per la sua interpretazione di Le Festin di Ratatouille).

I due artisti  iniziano a lavorare nel 2020, scrivendo canzoni e musica in base alle poche indicazioni ricevute dal regista che ha concepito “la musica  parte dell’architettura e della struttura del film”. Ecco che sceneggiatura e parti musicali prendono forma  freneticamente adattandosi e fondendosi assieme.

La narrazione

Il filo conduttore di tutta la vicenda è Rita, un avvocato penalista che conduce un’esistenza insoddisfacente ormai senza ideali o speranza di una carriera luminosa. Improvvisamente una misteriosa telefonata può rappresentare la svolta della sua vita, l’occasione da prendere al volo per iniziare una esistenza completamente diversa. Un boss del narcotraffico vuole sparire e cambiare identità, uscire dal ruolo che le sue origini umili gli hanno quasi imposto, per divenire Emilia, la donna che lui sente di essere da tanto tempo. Per il gangsters “ascoltare è accettare”, non ci sono altre alternative e così, in modo spregiudicato, Rita decide di voler conoscere e quindi assume l’incarico di guidare tutta l’operazione, divenendo artefice e testimone di una vicenda davvero incredibile che attraversa territori inesplorati dal cinema.

Il cast

Il successo di Emilia Perez è dovuto in parte alle interpretazioni femminili a partire da Zoe Saldana, attrice statunitense di origine caraibica, che interpreta l’avvocatessa Rita Moro Castro. Già riconosciuta  Migliore Attrice  al Festival di Cannes, premiata ai Golden Globe come Migliore Attrice Non Protagonista, nel film incanta: recita, canta balla con estrema bravura e disinvoltura. Memorabile la scena ambientata durante un galà di beneficenza in cui l’attrice, grazie ai suoi trascorsi di ballerina, offre una splendida performance. Accanto a lei la protagonista: Emilia ovvero la Spagnola Carla Sofia Gascon, dichiaratamente transgender, Migliore Attrice a Cannes e agli EFA 2024.

Con una buona dose di trucco, nel film si trasforma in Manitas, il narco trafficante messicano in crisi di identità che desidera cambiare vita e sesso. Dopo l’intervento chirurgico diviene Emilia, la donna che inizia una esistenza completamente diversa.

Notevole pure il ruolo di Selena Gomez nel ruolo di Jessi, l’infelice moglie del potente boss messicano. Nota per il ruolo di Mabel nella famosa serie Only Murders in The Building, diventa in Emilia Perez una regina imprigionata in una gabbia d’oro. Struggente la performance in  Mi Camino in cui rivendica l’importanza di amare se stessi e di essere liberi.

Infine l’attrice messicana Adriana Paz incarna alla perfezione Epifania, la donna per cui Emilia per la prima volta prova amore.

Luci ed ombre

Emilia Perez è un’opera audace e rischiosa di un cineasta  ardito, che segue la propria ispirazione, sperimentando inedite dimensioni cinematografiche. E’ un film che parla a tutti, giurie di festival o competizioni, critici e pubblico. Nuovo nell’attraversare con spregiudicatezza i generi, dal musical al thriller, dal gangster-movie al melodramma, in una visione del presente disincantata dove vengono a cadere  i riferimenti a cui tutti siamo aggrappati ed in cui emergono le contraddizioni dell’essere umano. Un film che non annoia mai, sorprende per la cura tecnica ma, in realtà, è un bel gioco di cinema che rimane tale, senza altre pretese.

Emma Borella per http://LiveMedia24.com

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