Nell’ambito della seconda edizione del Festival Film di Villa Medici, saranno presentati quattordici film in competizione internazionale. Queste produzioni, di tutte le durate e i generi, includono 2 film presentati in prima mondiale e 9 prime italiane.
Anche quest’anno, artisti, registi e pensatori di tutti i continenti si danno appuntamento a Villa Medici per celebrare la vitalità delle pratiche cinematografiche contemporanee. Attraverso una selezione di proposte – film d’autore, cinema d’essai, fiction o documentari – che si distinguono per l’originalità del discorso o della forma.
Gli artisti e i registi contemporanei sono necessariamente messi di fronte alla questione della narrazione, intima o politica. In un movimento riflessivo che mette in discussione la materia stessa della loro arte. Ciascuna delle opere in gara sovverte a suo modo i codici di questi racconti individuali o collettivi. Sostituire il racconto dei vincitori con quello dei vinti significa riscrivere la storia alla luce di una “morale della minoranza”, secondo filosofo francese Didier Eribon.
In Moune ô di Maxime Jean-Baptiste, le comparse di un film sulla colonizzazione della Guyana rivendicano l’immagine del loro popolo assente dall’immaginario francese. In Mangrove School di Filipa César e Sónia Vaz Borges, gli scolari guerriglieri sistemano quaderni e matite tra le mangrovie della Guinea-Bissau. Questi personaggi assenti dalle rappresentazioni del secolo scorso fanno gioiosamente irruzione nel nostro secolo, sfrenati, orgogliosi e con una smorfia sul viso.
Come la strana figura, senza sesso né età identificabili, che impersona l’artista guatemalteco maya Edgar Calel in Xar scritto insieme a Fernando Pereira dos Santos. Un essere la cui potenza originale fa esplodere qualsiasi cosa attraversi, tanto lo spazio quanto il tempo. Un misticismo politico su cui lavora anche l’artista libanese Ali Cherri con Le barrage, la sua favola di resistenza girata nel Sudan in guerra.
Infine, raccontare l’irraccontabile. È il compito doloroso che si è dato la scrittrice siriana Samar Yazbek. Tratto dal suo libro, Le champ des mots di Rania Stephan fa un indimenticabile ritratto: quello di un essere la cui umanità è irrimediabilmente ferita.
La giuria, composta da Marie Losier, Pietro Marcello e Sylvain Prudhomme, svelerà il suo palmarès durante la grande serata di sabato 17 settembre. Assegnerà due premi: il Premio Villa Medici per il miglior film e il Premio della Giuria per un film originale particolarmente apprezzato dai giurati. Questi premi, che prevedono compensi in denaro, offriranno l’opportunità ai due autori o alle autrici di essere ospiti in residenza presso Villa Medici.
Gino Morabito per LiveMedia24