In promozione per “Come mio figlio”, suo secondo film da regista, incontriamo oggi Gabriele Greco, noto a molti per la sua partecipazione alla soap Mediaset “Vivere”.
“Come mio figlio” vuole elogiare una terra, tante terre, come la Puglia, e la possibilità di poter trovare conforto senza dover per forza andare via, cercare fortuna altrove.
Questo e molto di più nella nostra intervista all’attore e regista Gabriele Greco.
Gabriele, ti ringraziamo per aver accolto l’invito di LiveMedia24. Sei attivo con il tuo secondo progetto cinematografico, “Come mio figlio”, attualmente in fase promozionale. Cosa puoi dirci a riguardo?
Questo progetto, “Come mio figlio”, prende spunto da una reale storia e, a fungere da protagonista, un giovane appartenente al territorio, Santa Maria di Leuca. Il ragazzo avrà la fortuna di riscattarsi, di trovare supporto nella comunità a cui prenderà parte, di trovare un giusto appiglio, lavoro. Credo sia importante lanciare un messaggio relativo alla propria terra, al fatto che si possa vivere nel luogo in cui si nasce e produrre, trovare sbocchi lavorativi.
A cosa devi la scelta degli attori presenti nel film?
Ho voluto, come dicevo, scegliere ragazzi appartenenti al territorio, come il protagonista, Roger, non per forza attori reali, quindi. Era importante lasciare traccia, ne “Come mio figlio”, delle loro passioni, come il skate. Ho portato l’essenza del Salento nella pellicola, niente di più vero.
Gabriele, come è avvenuta questa inversione di rotta, dalla recitazione alla regia?
Tanto devo alla forte passione che nutro per l’arte, sin da bambino e grazie a mia madre. Inoltre, vivo in Puglia da qualche tempo. Mi sono ispirato agli splendidi paesaggi che vivo. Negli ultimi tempi, per dedicarmi alle mie figlie, avevo messo uno stop al mio lavoro. Ne è scaturita l’idea di un film, così è nato “Amalaterra”, la mia prima regia. A tal proposito, per chi lo volesse, “Amalaterra” è du Amazon Prime e presto lo sarà anche “Come mio figlio”.
A darti visibilità, anni addietro, la soap Mediaset “Vivere”, abitata per nove anni circa, nei panni del giovane Luca Canale. Cosa ti ha lasciato addosso quella esperienza?
Un periodo che ricordo con grande piacere. Mi ha regalato tanto dal punto di vista attoriale, una palestra quotidiana, dei colleghi diventati famiglia. Era come timbrare giornalmente il cartellino; una fortuna l’avervi fatto parte, aver condiviso un’esperienza così di rilievo. Certo, alcune volte vorresti andar via, dedicarti ad altre esperienze, ma ho comunque potuto fare ciò senza dover accantonare Luca. Dopo ci sono state altre cose come “Capri 3”.
Gabriele, guardando al futuro, cosa puoi anticiparci?
Prossimamente potrete vedermi ne “L’avvocato Malinconico”, su Canale5. Saprò dirvi di più in futuro, con piacere.
Alessia Giallonardo per LiveMedia24