Hey Joe
Non è la nota canzone di Jimmy Hendrix ma il nome con cui le ragazze napoletane, nei vicoli dei quartieri spagnoli, attiravano i soldati americani, con i loro corpi seminudi, nel 1944. Storia vera dunque o leggenda metropolitana che diventa l’incipit neo realista di Hey Joe, il nuovo film di Claudio Giovannesi.
Dopo la “Paranza dei bambini “, Orso d’Argento per la Miglior Sceneggiatura al Festival di Berlino, Il regista presenta in anteprima, alla Festa del Cinema di Roma, Hey Joe. Protagonisti l’indiscusso James Franco ed il giovane Francesco Di Napoli che torna sul set di Giovannesi che lo ha scoperto, dopo cinque anni.
Una storia di paternità
James Franco è Dean, un soldato americano di stanza a Napoli, che si innamora di Lucia, una giovane dei quartieri spagnoli che rimane incinta. La guerra finisce e così l’Americano deve tornare a casa. Nel 1971 riceve una lettera spedita 13 anni prima: Lucia è morta ed il loro figlio Enzo dodicenne desidera conoscere il padre. Dopo tre guerre ed una vita alla deriva fatta di alcol e poco altro, Dean torna a Napoli per conoscere suo figlio e provare a colmare il vuoto del suo passato.
Non è mai troppo tardi
Intervistati in conferenza stampa ecco alcune battute di attori e regista sul film.
Alla domanda se è possibile rimediare ai propri errori e ricominciare Claudio Giovannesi risponde: “Probabilmente no, ma si può lavorare sul presente, sull’idea di futuro. Il personaggio Dean, in una scena del film afferma – La prima volta sono venuto qua per fare la guerra, ora sono tornato per una promessa di pace, una speranza di rinnovamento – . Egli è una sorta di Ulisse che torna dopo 20 anni in un luogo in cui ha promesso di tornare ma quel luogo è cambiato e quindi rimane il tempo, l’esperienza, la memoria del tempo”.
E’ una storia di redenzione, secondo James Franco, “toccare il fondo ma trovare il modo di dare comunque un senso alla propria vita. Hey Joe è anche un film sulle conseguenze della guerra, non soltanto sui soldati, ma anche sui civili, sulle donne, sui bambini. Non importa quanto sei caduto in basso ma la tua esperienza può aiutare gli altri” conclude l’attore.
Francesco Di Napoli: “A Napoli si dice che i figli sono di chi li cresce, ma in realtà ad Enzo, il mio personaggio, manca un vero rapporto con il padre che si presenta dopo 25 anni e all’inizio c’è un sentimento di rabbia che in seguito si trasforma in speranza”.
Il film sarà nelle sale in Italia il 28 novembre.
Emma Borella per http://LiveMedia24.com