Vangelo secondo Maria
Presentato al 41° Torino Film Festival, in uscita nelle sale a gennaio, Vangelo secondo Maria farà senza dubbio discutere e forse potrà essere accusato di interpretare la figura della Madonna in modo un po’ troppo libero. Tratto da un romanzo della scrittrice Barbara Alberti del 1979, lo script del film, opera della stessa, è incredibilmente attuale. Attraverso una nuova ed originale figura di Maria, di cui poco si parla nelle Sacre Scritture, affronta il tema del ruolo della donna nella storia, in costante sudditanza patriarcale.
Benedetta Porcaroli in una immagine del film
Benetta Porcaroli è Maria. L’attrice interpreta con decisione la giovane vergine: curiosa, appassionata di conoscenza, desiderosa di libertà, di esplorare il mondo e di acquisire il sapere. Molti ostacoli si frappongono alle sue aspirazioni, in primo luogo la famiglia e poi una Entità superiore.
La scrittrice e sceneggiatrice Barbara Alberti, alla presentazione del film, interviene con fierezza e determinazione: “Noi bambine venivamo educate con la figura di Maria regina, icona dell’obbedienza, serva assoluta, che deve solo piangere, partorisce senza conoscere l’uomo. Maria in questo film ride, quando a 13 anni va in Sinagoga, comincia a scoprire la parola dei profeti, intuisce che il mondo non è solo quello che si trova entro i confini di Nazaret”. Vuole conoscere la filosofia, andare ad Alessandria d’Egitto, esplorare il mondo e divenire autonoma.
Vangelo secondo Maria interpreta l’immagine della Vergine creando un personaggio atemporale che diventa la somma di passato e presente, l’emblema della femminilità annichilita nella storia pur con un suo forte desiderio di autodeterminazione e libertà. Destinata a generare il figlio di Dio, non poteva evidentemente avere un destino al di fuori di questo, ma il film se ne ‘inventa’ uno radicato nell’archeologia e nella Sardegna dove regnano gli uomini e i loro riti violenti. Il regista Paolo Zucca sceglie una location ancora ancestrale: il Sulcis con i nuraghi, le case dei pastori, una Sinagoga realmente esistente. Per la sua opera esclude le palme, i cammelli, le tuniche d’epoca e tutte le immagini ormai stantie dell’epoca del Vangelo. Vuole far vivere assieme antichità e modernità. Nazaret viene costruita con le tende e le capanne di frasche che sono quelle che adoperano i pastori abitualmente.
Maria e Giuseppe
Benedetta Porcaroli ed Alessandro Gassmann sono Maria e Giuseppe, la giovinetta ed il falegname “saggio, paziente e buono”. Per regista e produttori di Vangelo secondo Maria la scelta degli attori è stata piuttosto naturale.
Alessandro Gasmann alla premier di Tff
Gassmann sostiene di avere interpretato Giuseppe con interesse perché: “Al di fuori degli schemi, uomo terreno e riconoscibile anche nella società di oggi. Viaggiatore, solo, con difficoltà a dialogare con persone che parlano solo del peso delle pecore.” L’attore in un qualche modo si riconosce nel gigante buono e saggio che rispecchia il suo modo di pensare. Di sicuro la sua prova attoriale non smentisce la sua bravura, il personaggio di Giuseppe è incredibilmente adatto a lui. Nella recitazione di Alessandro Gassmann, il padre adottivo di Gesù acquisisce un ruolo importante, di profonda umanità e di grande dignità. Innegabilmente brava Benedetta Porcaroli su cui poggia tutto il film. Se ci possono essere dei momenti di non pieno coinvolgimento, la parte finale recupera in intensità e colpisce in modo diretto, da sola merita la visione di questa particolare e coraggiosa opera.
Emma Borella per LiveMedia24