LiveMedia24 incontra Mino Caprio, tra le voci del nostro doppiaggio italiano, pronto a prendere parte, questo 20 ottobre, a “Suggestioni dal set”, ad opera di Marco Bonardelli.
Una persona più che disponibile, pronta a raccontarsi, a parlarci dei suoi inizi, delle esperienze vissute.
Vi lasciamo a questa nostra intervista, a ciò che Mino Caprio ha vissuto nell’arco della sua bellissima carriera…
Ti ringraziamo per aver accolto il nostro invito, Mino. Il 20 ottobre prenderai parte a “Suggestioni dal set”, ad opera di Marco Bonardelli, all’interno della XIX Festa del Cinema di Roma. Quali sensazioni, emozioni, a riguardo?
Mi capita di vivere sempre in maniera distaccata ciò che è comunque parte del mio lavoro e, pensandoci bene, credo di aver dato più io al doppiaggio che il contrario. Forse, cosa che non sono stato, avrei dovuto essere un buon venditore di me stesso, nella mia professione. Mio fratello, tempo fa, non faceva altro che ripetermi che avrei dovuto fare tutt’altro mestiere. Invece che stare con i colleghi, all’epoca, preferivo godere dei posti in cui eravamo, visitandone ogni particolarità.
Hai prestato la voce a Martin Short e Peter Griffin, tra i tanti, e ancora oggi essere riconosciuto per questa dote rappresenta qualcosa di bello per te…
Sono in tanti a riconoscermi, anche nelle situazioni più particolari o confusionarie. Segno che la mia voce è nei cuori di molte persone, evidentemente. Questo mi rende felice, senza presunzione alcuna.
Cosa ti ha portato la recitazione di differente dal doppiaggio?
Ho amato sia recitare che doppiare. La recitazione mi ha portato la possibilità di utilizzare il corpo, la mia espressività, di potermi rivedere anche al cinema. Sono felice quando posso essere sia una cosa che l’altra.
Cosa senti di consigliare a chi vorrebbe poter intraprendere una strada legata al doppiaggio?
Consiglio loro di guardare più film possibili, specie i vecchi sceneggiati di un tempo. Gli attori e doppiatori dell’epoca sono stati dei veri maestri per tutti noi. Basti ricordare Lionello, Rinaldi, Barbetti, Di Meo, Sibaldi, Savagnone e tantissimi altri. Le accademie di oggi mi rendono abbastanza scettico, non le consiglierei, se non entro i dieci allievi, non di più, in modo da regalare un sapere adeguato a tutti loro.
Alessia Giallonardo per LiveMedia24