Incontriamo l’attore Paolo Toti ideatore dell’associazione teatrale “Rebétiko Produzioni”, nata nella splendida Sicilia. Un attore che si è formato tra la Svizzera e la Spagna, frequentando la scuola di teatro contemporaneo “Gesti” di Gugliemo Ferro e l’Accademia Internazionale del musical.
Catania ha un nuovo progetto di cui potersi avvalere e tanti altri in cantiere.
Vi lasciamo alle parole di Paolo Toti, a questa nostra intervista, al modo in cui ha preso forma l’associazione Rebétiko Produzioni.
Ti ringraziamo per aver accolto il nostro invito, Paolo. Un’attività di produzione da poco avviata, la Rebétiko, un modo per valorizzare e diffondere l’arte drammatica. Come ha preso forma esattamente e cosa sta regalandoti?
Ho pensato fosse giusto creare un’associazione che si occupasse principalmente di teatro per scrivere, dirigere e mettere in scena le mie opere. Tutto ciò dopo aver esercitato la professione nella maniera più ordinaria. Ho voluto indirizzarmi come autore o, comunque, autore-interprete. In seconda istanza ho ‘dovuto’ rendermi indipendente perché ho trovato nel mio paese, nella mia città, molta esclusione e grande difficoltà nel poter lavorare.
Catania da sempre ti regala non solo i natali ma anche la possibilità di vivere una realtà a tratti difficile ma per alcuni versi risoluta, ricca di storia. Tante sono le sfumature, inoltre, legate al teatro. Cosa puoi dirci su questa bellissima terra?
Catania, seppur bella, non consente molte possibilità a livello imprenditoriale. Non funge propriamente da sostegno per chi vorrebbe lavorare in proprio. Il settore legato alla cultura ne risente di questa condizione di autosostentamento. Posso affermare, quindi, che è quasi impossibile vivere, sopravvivere, di questo mestiere.
Cosa puoi anticiparci, nei limiti del possibile, sul tuo futuro artistico?
Nutro la speranza di poter replicare i lavori portati in scena nel 2023 “Peste a Buda, battaglia per la Groenlandia” e “Elettra e Clitemnestra, Clitemnestra e Elettra”. Mi auguro, inoltre, di riuscire a realizzare dei progetti che abbiano delle minime condizioni di distribuzione.
Alessia Giallonardo per LiveMedia24