Bang Bang Baby è una serie di Andrea Di Stefano. In esclusiva su Amazon Prime si fa conoscere come la prima serie originale italiana della piattaforma.
Ma di cosa parla questa opera tanto attesa e apprezzata da pubblico?
Ci troviamo negli anni ’80 E nel corso della serie ci spostiamo tra Milano e Calabria. Alice (Arianna Becheroni) è la nostra protagonista, un’adolescente introversa che vive con la madre. Conduce una vita semplice, fatta per lo più di solitudine ed emarginazione. Tutto cambia quando scopre che il padre, Santo Barone, non è morto come la madre le ha sempre raccontato. La ragazza decide di andarlo a cercare, e viene a conoscenza del fatto che Barone non è un cognome qualunque, bensì è quello di una famiglia della ‘Ndrangheta che opera su Milano. È per amore della figura paterna perduta che Alice si trova catapultata nel mondo del crimine, nel quale impara a sopravvivere.
Siamo nell’Italia degli anni 80, la televisione la fa da padrona e si respira l’aria della grande America. Derivano proprio da qui i primi riferimenti che determinano la linea guida di ogni puntata, passando da riferimenti pubblicitari a serial americani, lo spot delle Big Bubble ad esempio o le Charlie’s Angels. Tante sono le citazioni e i riferimenti ai Cult dell’epoca che, a punta di piedi, costituiscono parte delle fondamenta della serie.
Bang Bang Baby – Alice (Arianna Becheroni) – fonte.
Tanta importanza si da anche al gusto moderno a cui lo spettatore è abituato. Riferimenti pop, neon ed eccentricità. Un ponte tra realtà e sogno che permette agli autori di appoggiarsi molto all’estetica del videogioco. La componente visiva è indispensabile in questa serie ed esprime in molti casi l’interiorità della protagonista.
A prescindere da difetti e inciampi, c’è da rimanere affascinati di fronte a Bang Bang Baby, che si muove fra citazioni esplicite ed implicite, tradendo divertimento e voglia di sperimentare.
Ci sembra che la serie si muova ancor di più su un piano principalmente estetico, di forma prima che di contenuto. È indubbio infatti che la storia dei Barone, dall’iniziale ritmo serrato, perda mordente dopo poche puntate e che le dinamiche criminali entrino in un loop ripetitivo con conseguente perdita di tensione.
Andiamo a vedere nel dettaglio cosa ci ha colpito maggiormente
Bang Bang Baby crea un intreccio di personaggi forti – basti pensare alla Nonna Lina (Dora Romano) – in forte connessione tra loro e con ciò che li circonda, dando modo di entrare a capofitto in ciò che si vede.
Non è la solita storia di mafia ma un racconto ibrido con molti generi e sottogeneri: prima di tutto il romanzo di formazione, il thriller, lo splatter. Tutti elementi che riescono a rendere ancora più coinvolgente una storia che di perse già attira lo spettatore.
Una fotografia colorata con la presenta di luci al neon che vanno in contrasto volutamente con la cupezza della storia raccontata, che non fa sconti a nessuno, dove le persone muoiono e dove una ragazza innocente si trova a cambiare in modo drastico la sua vita, verso la violenza e la criminalità.
Ciliegina sulla torta è una colonna sonora curatissima e scelta quasi interamente su canzoni di quel periodo, fra tutte le hit di George Michael, idolo di uno dei personaggi, Nereo Ferraù (Antonio Gerardi). Uno dei personaggi che più abbiamo apprezzato, molto ampia la sua evoluzione nel corso della serie andando a rappresentare il “buono tra i cattivi” di cui avevamo bisogno.
È tutto molto americano in questa storia, compresa Nonna Lina, la matriarca della famiglia Barone (Dora Romano) Donna indurita dalla vita e che deve farsi strada in un mondo di uomini, come parallelamente cerca di fare a modo proprio Gabriella, impiegata in fabbrica. Una sorta di parallelismo tra due figure importanti per Alice che cercano il loro posto nel mondo attraverso strade opposte.
Bang Bang Baby – Nonna Lina (Dora Romano) – fonte.
La famiglia è ovviamente centrale e sono centrali soprattutto le scelte che si è disposti a fare in nome di essa: fino a dove siamo disposti ad arrivare? Questo è il filo conduttore che spinge Alice nelle sue scelte: L’amore per il padre e il desiderio di saperlo vivo. Un padre egoista e manipolatore che non verrà addolcito neanche dall’amore della figlia.
Da una parte la nostra protagonista è spinta dalla madre a seguire un destino diverso da quello della famiglia paterna, rappresentando la possibilità di creare il proprio destino. Dall’altra abbiamo la famiglia Barone che ripeterà ad Alice per tutta la serie come “il sangue non mente” e che la vita malavitosa è il suo destino, la sua vera vocazione. Quale sarà quindi la direzione che prenderà la nostra protagonista?
Conclusioni…
Bang Bang Baby ci è piaciuta. Si tratta di una serie godibile che ti tiene incollato allo schermo. Il contrasto tra Nord e Sud Italia è forte e continua ad interessare al pubblico.
Non possiamo però escludere gli errori che non rendono questa serie perfetta. Gli ultimi episodi vanno a calare e non ci hanno soddisfatto a pieno. Il ritmo sembra accelerare troppo e le scelte di Alice sembrano prese alla rinfusa. Un omicidio in particolare, commesso alla fine della serie, ci lascia perplessi, ma alla fine dei conti, dobbiamo aspettare la seconda stagione per comprendere appieno le conseguenze della dinamica.
Arrivati alla fine rimaniamo insoddisfatti da Gabriella (Lucia Mascino), la madre di Alice. Il personaggio è coerente nella prima metà della serie poi, come tutta la struttura si perde nelle troppe vicende. Le reazioni della madre non ci sono sembrate adeguate alle situazioni in cui si trova la figlia. Sono poche le emozioni che ci arrivano da questo personaggio.
Bang Bang Baby vale la pena. Un prodotto italiano di qualità che sicuramente rende giustizia alle produzioni nostrane.
Silvia Maddalo per LiveMedia24.