BORIS 4: LA RECENSIONE

Boris, torna dopo ben 12 anni di assenza con una quarta stagione, anni nei quali è diventata sempre più un cult della televisione italiana.

 

Pubblicata sulla piattaforma Disney+ il 26 Ottobre, riporta indietro nel tempo tutti gli appassionati che hanno guardato e le prime tre stagioni.

Dalla prima stagione tutto è cambiato: il contesto storico, economico e politico dell’Italia è completamente diverso, gli stessi attori sono diversi. Vengono a mancare infatti figure chiave della serie che ci hanno accompagnato in passato, ricordiamo Mattia Torre e Roberta Fiorenti. Questo non ferma però la serie, che riparte con tanto entusiasmo.

Come si possono raccontare però gli stessi personaggi più di 10 anni dopo? Soprattutto in una realtà in cui lo stesso mondo dello spettacolo è profondamente mutato, in cui le “fiction” vanno in streaming e c’è una concorrenza spietata, proveniente da tutto il mondo. Noi non sappiamo come, ma i personaggi di Boris che abbiamo imparato a conoscere tornano a noi come fosse il 2007: alle vecchie e grettissime abitudini non rinunciano, semplicemente, le declinano in modi più contemporanei.

 

Boris 4 premiere, Disney+.

 

Boris 4 si apre col botto e già nei primi minuti vediamo una carrellata di tutti i volti protagonisti delle precedenti stagioni, strappando qualche risata accompagnata dalla colonna sonora di sempre e una sigla con la stessa melodia, ma con testo diverso, cantata da Elio e le Storie Tese.

Stanis e Corinna (Pietro Sermonti e Carolina Crescentini) si sono sposati, ma si odiano come e più di prima. Con la loro casa di produzione, la SNIP (So Not Italian Production), stanno mettendo in piedi una serie, Vita di Gesù, dalle ambizioni internazionali. In attesa di ricevere l’approvazione di un colosso dello streaming per essere acquistata riuniscono tutto il vecchio cast.

Alessandro, l’ex stagista schiavo, interpretato da Alessandro Tiberi, ha fatto strada e lavora per la grossa piattaforma streaming che detta regole e limiti al lavoro creativo di tutta la crew.

Ritroviamo un direttore della fotografia, Duccio, completamente diverso, serio e introspettivo. Con lo scorrere delle puntate possiamo assistere al ritorno di ognuno dei personaggi, principali o meno, che hanno avuto un ruolo nelle stagioni passate.

 

Stanis in Boris 4 on Disney+.

 

Il nemico principale che i nostri protagonisti devono affrontare, diventa questo meccanismo matematico che nessuno capisce, che non esiste nel mondo reale e che viene rappresentato come antagonista, da aggirare e sconfiggere in qualsiasi modo, L'”Algoritmo”. 

Vediamo i personaggi di Boris 4 alle prese con parole internazionali, sempre più usate in ogni cultura, fingendo di capire concetti come ghost story e high concept per cercare di stare al passo con il futuro. In Boris 4 tutti si impegnano nel creare un prodotto di qualità: non si aprono più tutte le luci e non si accettano riprese scadenti date dalla fretta del “portare a casa la scena”. Questo sicuramente riflette la nuova dimensione assunta dalla serialità italiana, che migliora sempre di più e che sforna prodotti validi, apprezzati anche all’estero.

Fatto sta che Boris 4 è davvero Boris. Si ride moltissimo, forte, con gusto. Il ritmo è forsennato: ogni scena, ogni gesto, ogni frase è un tripudio di invenzioni, trovate, gag. La nostalgia per i classici c’è, ma non troppo: si punta infatti su nuovi tormentoni, utilizzando con parsimonia i vecchi, a cui magari si dà un nuovo geniale significato.

 

Conclusione…

Boris 4 non delude le aspettative ed è la stessa serie di sempre, ma un po’ diversa. Una differenza giustificata dal cambiamento del mondo, non solo cinematografico, ma anche della società. Personaggi maturi e più consapevoli ci accompagnano in questo viaggio che crea un equilibrio tra introspezione e comicità sufficiente per tenerci incollati allo schermo e attendere un’altra stagione.

 

Silvia Maddalo per LiveMedia24.

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