Nella serie “Don Matteo” interpreta il maresciallo Cecchini, un ruolo che ricopre da vent’anni, ma per Nino Frassica nessuna voglia di cambiamento, anzi, per l’attore la voglia di meravigliare è senza tempo.
Spiazzare. Meravigliare è sempre il segreto di una bella battuta senza tempo. Lo sa benissimo Nino Frassica che, nei panni del maresciallo Cecchini, interpreta da più di vent’anni lo storico personaggio della fiction Don Matteo. Giunta alla tredicesima edizione, la seguitissima serie televisiva vede il passaggio del testimone dall’inossidabile Terence Hill a Raoul Bova, “un sacerdote al suo primo incarico”.
La nascita delle emittenti private negli anni Settanta è stata fondamentale per chi come me abitava in un piccolo paese della provincia di Messina.
«Non mi sognavo minimamente di potere fare la radio, tantomeno la televisione. Di fatti, la radio privata è stata la “finestra” che mi ha permesso di affacciarmi nel mondo dello spettacolo e di fare le prime esperienze sul campo. Nello stesso periodo ho provato a fare cinema a Roma, ma mi offrivano qua e là qualche posa. Nulla di più. Per cui sono tornato a Messina arrangiandomi con spettacoli di cabaret e presentando eventi dal vivo, sino a quando è arrivata la svolta con Renzo Arbore.»
Volto noto del piccolo e grande schermo, il comico siciliano ricorda come l’incontro decisivo sia stato con Renzo Arbore.
«Volevo fare l’artista e cercavo qualcuno che capisse la mia comicità. Ero già un “arboriano”, senza conoscerlo, avendo mangiato pane e Alto gradimento. Lo chiamai più volte, ma per incuriosirlo non lasciavo il mio numero e non dicevo né come mi chiamassi né cosa volessi. Poi lui mi disse di andare a trovarlo quando fossi passato per Roma. L’indomani – il caso volle – mi trovai a passare per Roma.»
Inizia in radio nel programma ‘Radio anghe noi’ e con un ruolo nel film FFSS. Poi, la promozione in squadra con Quelli della notte. E, dopo il talk show più surreale della tivù italiana, arriva la partecipazione da protagonista a Indietro tutta!
«Eravamo solo noi due, ed era improvvisato al 98%. Non sapevamo cosa avremmo fatto il giorno dopo, ma per sessantacinque volte siamo riusciti a realizzare un’ora di comicità e divertimento.»
Una comicità surreale la sua, giocata sulle parole e il loro uso particolare. Un tempo comico che non guarda al passato.
«Non ho nostalgia, non mi manca la vecchia televisione che in realtà si inserisce nella nuova tivù. Oggi c’è tanto bisogno di ridere e la possibilità di divertirsi c’è.» Parola di Nino Frassica.