Il 14 febbraio, su Sky Arte, potremo assistere ad un episodio de “Io e Lei”, dedicato a Giulietta Masina, di cui è protagonista l’attrice Camilla Filippi.
Un raccontare, da parte della Filippi, in questo episodio di “Io e Lei”, umanità, fragilità e tutto ciò che è oltre l’apparenza legata alla vita artistica e al successo della Masina.
Camilla Filippi, inoltre, ci parla dei suoi trascorsi artistici, del suo essere scrittrice, donna e mamma innamorata.
Ti ringraziamo per aver accolto l’invito di LiveMedia24, Camilla, ti andrebbe di parlarci di “Io e Lei”, episodio in onda su Sky Arte legato alla storia di Giulietta Masina di cui sei protagonista?
Il documentario ci porta alla ricerca di Giulietta Masina per conoscerne i luoghi vissuti, la sua reale storia. Ho rivisto, per prepararmi ad affrontare tutto ciò, tutti i suoi film, leggendone persino la biografia. Ho poi, in ultimo, incontrato le persone che hanno fatto parte della sua vita: la nipote, la nipote stessa di Fellini, un’insegnante elementare che aveva il padre amico del babbo della Masina e non solo.
Quali legami porti con te dai set vissuti in tutti questi anni?
Ho piacere di poter lavorare con tutte le persone che conosco, specie con quelle con cui ho un ottimo rapporto. Per “Io e Lei”, ad esempio, ho chiamato una mia cara amica, Pax Paloscia, affinché potesse realizzare qualcosa di bellissimo con la sua arte. Credo siano molto importanti i legami artistici. Porto con me, inoltre, ricordi bellissimi dal set de “Tutto può succedere”. Ho creato dei legami importanti con Pietro Sermonti, Benedetta Porcaroli, Alessandro Tiberi e non solo. Credo sia importante stimarsi, creare cose belle insieme. Motivo per cui amo molto lavorare con mio marito.
In “Tutto può succedere” hai avuto modo di regalarci uno spaccato reale di ciò che accade nel vissuto comune. Il tuo personaggio, Cristina, si ritrova a dover combattere contro un tumore. Come ti sei preparata ad affrontare questo ruolo?
La malattia mi è stata vicina per esperienza familiare, anche se il mio personaggio ha vissuto una malattia diversa. Sapevo bene, nell’interpretare la mia Cristina, cosa volesse dire per dei figli avere una madre malata. Da madre, oggi, posso comprendere ancor di più il tutto. Sul set, dunque, ho portato tutta la sofferenza possibile, liberandomene, a fine ciak, grazie alla straordinaria troupe de “Tutto può succedere”.
Poco prima ci parlavi del piacere di poter lavorare con tuo marito, il regista Stefano Lodovichi..
Il sentimento che lega me e Stefano è molto forte ed è caratterizzato anche da una grande stima artistica. Trovo straordinaria la possibilità di poter condividere il set con la persona che si ama. La stima ti porta a comprendere in pochi istanti la richiesta legata al set, alla scena da girare. Essere scelta da lui, per i suoi ruoli, è un privilegio, quando si verifica. Diversamente, quando non sceglie me, sono comunque contenta. Non è mai accaduto di dover litigare per un ruolo in cui ha deciso di scegliere altre attrici.
Puoi anticiparci qualcosa sul tuo futuro artistico?
Questo febbraio, dal 21 al 26, sarò in scena al Teatro Off Off di Roma. Lo spettacolo, Non esistono piccole donne”, è ad opera di Susy Laude. Sono orgogliosa di poterlo portare in scena. Si tratta di sei donne che, in qualche modo, sono riuscite a cambiare la storia di noi tutte.
Alessia Giallonardo per LiveMedia24