LiveMedia24 ha il piacere di incontrare Niccolò Centioni, esploso grazie al ruolo di Rudi ne “I Cesaroni”. Di tempo ne è trascorso da allora ed oggi Niccolò è ancora più convinto di ciò che vuole ottenere, della strada che vuole percorrere.
Ben presto avremo modo di vedere Niccolò Centioni in una nuova avventura firmata da Claudio Amendola. Un lavoro che gli regala nuova linfa e di cui ci parla con piacere e trasporto.
Vi lasciamo alle parole di Niccolò Centioni, al suo ricordo de “I Cesaroni”, alle nuove esperienze.
Ben trovato su LiveMedia24, Niccolò come procede il tuo vissuto?
Vi ringrazio dell’interessamento. Sto davvero bene, grazie!
Il tuo percorso artistico è costellato di ruoli importanti a cui hai preso parte sin da quando eri bambino. Quale ricordi porti con te, in particolare?
Ricordo con piacere e simpatia la breve partecipazione a “Chi ha incastrato Peter Pan?”, anche se durò poco. Ero spaventato, spaesato, e Bonolis decise di riportarmi dai miei genitori seduti tra le prime file. Ricordo, inoltre, la pubblicità de le panatine Rovagnati che, a suo modo, mi rese un volto noto. A rendermi ancora più attenzione mediatica, nel 2006, l’ingresso nella simpatica famiglia de “I Cesaroni”.
Che ricordo hai, appunto, de “I Cesaroni”?
Approdai a “I Cesaroni” dopo aver sostenuto non pochi provini. Alla fine la mia faccia era quella giusta, per Francesco Vicario. Rudi mi ha regalato tanto ma, allo stesso tempo, mi ha tolto tanto. La popolarità che ebbi mi impediva di uscire di casa, di vivere rapporti normali, sani, nella privacy. Era difficile persino capire chi si avvicinava a me per reale amicizia o perché ero diventato un volto noto. Preferirei essere riconosciuto, ancora oggi, per ciò che sono e non perché ho interpretato tale personaggio. Mi auguro, proprio per tale motivo, di poter prendere parte ad un reality, il Grande Fratello, per poter mostrare la persona e non il personaggio.
A seguire, prendesti parte al musical legato proprio alla fiction. Che ricordo ne hai?
Ne conservo un bellissimo ricordo, sia perché ero giovane ed anche perché ho avuto modo di conquistare la ballerina a cui tenevo. Avevo soltanto diciassette anni e tanta energia da impiegare in questo spettacolo, nel vivere la vita. Il musical, inoltre, mi diede modo di mostrare le mie qualità artistiche: ballo, canto e recitazione insieme.
Parlaci de “Il Patriarca”, ad opera di Claudio Amendola, in cui potremo vederti prossimamente. Che esperienza è stata?
Un’esperienza bellissima, a cui tengo moltissimo! Non vedo l’ora di poter mostrare altro di me, discostandomi del tutto da quel Rudi che ho tanto amato ma che mi ha anche tolto tanto. Devo un sentito grazie ad Amendola, alla possibilità che mi ha dato. Mi ha permesso di uscire dalla “ruggine” in cui ero regalandomi una esperienza pazzesca!
Cosa ti aspetti dal futuro?
Mi auguro, semplicemente, di potervi mostrare tutto ciò di cui sono capace.
Alessia Giallonardo per LiveMedia24