LiveMedia24 incontra Stefania Zambrano, attivista Lgbtq+, ma anche una apprezzata organizzatrice di eventi.
Una donna forte, Stefania, sicura del percorso intrapreso, pronta a schierarsi sempre dalla parte dei più deboli.
Una realtà, quella mostrata nell’ultimo progetto di Stefania Zambrano, di cui parleremo in questa nostra intervista.
Ti ringraziamo per aver accolto l’invito di LiveMedia24, Stefania, organizzi da anni eventi ma, esattamente, come ha avuto inizio tutto ciò?
Penso che ognuno di noi meriti le luci della ribalta, motivo per cui organizzo eventi.
Da tempo sei anche una produttrice cinematografica. Come ha preso vita questo tuo nuovo percorso?
Ho sentito la forte necessità di dare un mio personale contributo alla cinematografia italiana. Sono una battagliera napoletana e, negli anni, ho notato che nelle varie fiction compare spesso la parola camorra. Ne fanno un uso improprio. Si tratta di una parola che non ha niente a che vedere con una reale cultura. Il mio docufilm è nato per lanciare un forte messaggio alle nuove generazioni: la camorra non è cultura, la camorra è soltanto dolore. Sono tanti i personaggi che si raccontano in questo progetto. Testimonianze forti, importanti, anche da parte di persone che non hanno nulla da spartire con questa parola. A mio parere credo che l’episodio più toccante sia quello realizzato sulle baby gang.
Da sempre attivista Lgbtq+, cosa puoi dirci a riguardo?
Abbiamo lavorato più che bene in questi anni. Oggi, però, rischiamo di perdere tutto ciò per cui abbiamo lottato e che abbiamo costruito. In tal caso vi è un unico colpevole, il nostro governo. C’è ancora tanto da fare, specie in futuro. Nel 2013 è anche nato il Miss Trans Europa, un modo per dare voce a tutti, ad una comunità transgender.
Stefania, guardando al futuro, cosa puoi anticiparci?
In autunno presenterò un libro… restate in ascolto!
Alessia Giallonardo per LiveMedia24