E’ stata riaperta la Casa delle Nozze d’argento (Regio V, Insula 2, civico i), nel Parco Archeologico di Pompei.
La domus è stata inaugurata al termine dei restauri e in concomitanza con l’inaugurazione del treno Frecciarossa diretto Roma-Pompei. Si tratta del nuovo servizio ferroviario nato dalla collaborazione tra il Ministero della Cultura e Ferrovie dello Stato italiane.
La Casa delle Nozze d’Argento prende il suo nome moderno dalla celebrazione delle nozze d’argento dei Reali d’Italia, Umberto e Margherita di Savoia, nel 1893. Ovviamente la costruzione della domus è molto più antica e risale alla seconda metà del II secolo a.C. e, inizialmente comprendeva anche l’adiacente Casa del Cenacolo.
La Casa è suddivisa in tre grandi aree: l’atrio con il vasto giardino orientale, il peristilio rodio (giardino con colonnato a diverse altezze) e il secondo atrio con cenacolo (sale di ricevimento al secondo piano).
Le trasformazioni.
Profonde trasformazioni sono avvenute tra il 40 e il 30 a.C., soprattutto a carico dell’atrio, della separazione dalla Casa del Cenacolo e di una diversa distribuzione degli ambienti in funzione di nuovi modelli abitativi e sociali.
In particolare, sono state ridecorate le pareti dall’originario Primo Stile a un raffinatissimo Secondo stile (peristilio) e a uno stile di transizione tra il secondo e il terzo Stile (atrio).
Intorno al 60 d.C., in piena età neroniana, la potente famiglia degli Albucii decide di trasformare la residenza. La bellezza degli affreschi di un secolo viene comunque conservata e addirittura valorizzata, con intento collezionistico, entro la nuova decorazione in Quarto Stile, tipica di questo periodo.
La Casa viene inoltre dotata di un quartiere termale privato con vasche riscaldabili, la formazione di giochi d’acqua ad impreziosire i giardini, la realizzazione di una raffinata fontana a impreziosire l’atrio della magione.
La scoperta della domus.
La domus viene scoperta tra il 1891 e il 1893, nel corso degli scavi condotti sotto la direzione dell’architetto Michele Ruggero.
Alcuni elementi architettonici erano crollati e i muri principali instabili. Fu dunque necessario reintegrare estesamente le pareti con muratura imitante l’antica, (a partire dal 1° luglio 1892) sino a raggiungere la quota del tetto.
I restauri.
I primi interventi di restauro della domus risalgono al Secondo Dopoguerra. Il cantiere di restauro appena concluso è stato, invece, avviato nel 2019 su progettazione da fondi del Grande Progetto Pompei.
Gli obiettivi del progetto hanno riguardato il consolidamento strutturale, il restauro architettonico e degli apparati decorativi parietali e pavimentali.
Si è trattato di un intervento complesso e delicato, proseguito anche durante il lockdown dovuto alla pandemia.
Infine, con la domus aperta e fruibile al pubblico, seguiranno le operazioni di restauro dell’oecus (salone) occidentale e dell’anticamera al quartiere termale.
fonte: Artemagazine.
A cura di Serena Maddalo per LiveMedia24.