Dopo 50 anni di chiusura, ha riaperto il 20 settembre la Domus Tiberiana. Maestosa residenza imperiale che si estende per circa 4 ettari sul colle Palatino nel Parco archeologico del Colosseo.
Questo lungo periodo di inaccessibilità è stato causato da gravi problemi strutturali che richiedevano un intervento di restauro di ampia portata.
L’apertura della domus consente di ripristinare la circolarità dei percorsi tra il Foro Romano e il Palatino, attraverso la suggestiva rampa di Domiziano e gli horti farnesiani.
I visitatori, entrando nel palazzo possono ora percepire l’antico cammino percorso dall’imperatore e dalla corte per raggiungere questa sontuosa residenza privata.
L’allestimento.
L’allestimento museale è intitolato Imago imperii. Si sviluppa in 13 spazi lungo il percorso, con l’obiettivo di raccontare la storia del monumento attraverso i secoli.
Nonostante il nome Domus Tiberiana faccia riferimento all’imperatore Tiberio, che governò dopo la morte di Augusto, le ricerche archeologiche hanno dimostrato che le fondamenta furono invece gettate da Nerone in un momento successivo all’incendio del 64 d.C., in concomitanza con la costruzione della Domus Aurea.
La residenza ha continuato ad essere abitata fino all’età tardo-antica, subendo poi un periodo di abbandono. È stato solo nella metà del Cinquecento che i Farnese l’hanno inclusa negli horti.
La Domus Tiberiana è stata oggetto di scavi e restauri sin dal XIX secolo. Tuttavia, solo recentemente sono stati effettuati significativi interventi, permettendo di conoscere, proteggere e valorizzare questa complessa struttura architettonica, inizialmente a rischio a causa di seri problemi statici e geotecnici.
Il percorso di visita.
Il nuovo percorso di visita si snoda nelle parti più interne del palazzo imperiale, attraversando le imponenti arcate del quartiere dei servizi.
Questo percorso si articola in sette sale espositive.
Quattro di queste sale sono comunicanti tra loro e offrono una vista privilegiata sul Foro Romano, mentre altre due sale multimediali, sul fronte opposto, proiettano un documentario e una ricostruzione olografica del monumento. Un percorso tattile accompagna l’esplorazione.
La vita quotidiana nella reggia è documentata da una vasta selezione di reperti, tra cui ceramiche, oggetti in metallo e vetro, statuaria e decorazioni fittili, tutti recuperati durante gli scavi degli ultimi trent’anni. Questi reperti offrono preziose informazioni sui beni e i consumi dell’epoca, sulle transazioni economiche attraverso le numerose monete ritrovate e sugli sfarzosi arredi degli spazi occupati dalla corte.
fonte: artemagazine.
A cura di Serena Maddalo per LiveMedia24.