EL GRECO. Un pittore nel labirinto, fino all’11 febbraio 2024, Palazzo Reale, Milano.
Una occasione unica per gli amanti di El Greco, quella offerta da Palazzo Reale di Milano. Le più importanti opere del pittore cretese, trasferitosi in età matura a Toledo, sono tutte lì, come pure tutto ciò che è conservato nei musei italiani. Si può ben comprendere dunque l’affermazione del direttore di Palazzo Reale, Domenico Piraina secondo il quale si è di fronte ad «una delle esposizioni più importanti di sempre, una mostra completa e con un lavoro immenso alle proprie spalle, basato su rapporti di prestito di prestigio con istituzioni di tutto il mondo». Si tratta di 40 opere provenienti da importanti sedi museali tra cui la National Gallery of Art Di Washington, Il museo del Prado, Il Museo Thyssen-Bournemisza, gli Uffizi di Firenze. Oltre ad alcune tele di pittori italiani fondamentali come Tiziano, Tintoretto, Bassano determinanti nel suo percorso di formazione e nella acquisizione di uno stile unico, originalissimo nella sua epoca, caratterizzato da motivi artistici che si distaccano da ogni corrente e che si possono definire atemporali.
Note biografiche
Nato a Candia, l’attuale Creta, nel 1541, El Greco segue la tradizione artistica della sua terra e si cimenta agli esordi con la creazione di icone di foggia e stile bizantino. Attirato dal prestigio della pittura veneta, intorno al 1567, si trasferisce a Venezia e diviene discepolo del grande Tiziano. Nel 1570 soggiorna a Roma dove allestisce un proprio atelier e conosce le opere di Michelangelo e Raffaello che di fatto divengono suoi importanti maestri. Attirato dalla speranza di un incarico alla corte di Re Filippo II che stava costruendo El Escorial, si reca in Spagna. Svanita questa possibilità, nel 1577 si trasferisce a Toledo, dove rimane fino alla morte avvenuta nel 1614.
La mostra
Non si può che seguire la cronologia artistica ed umana di El Greco per comprendere la sua originalità. Lo sanno bene, evidentemente, Juan Antonio García Castro e Palma Martínez-Burgos García, curatori della mostra El Greco Un pittore nel labirinto che articolano l’allestimento in 5 sezioni, dagli esordi, alle esperienze creative spagnole. Dunque le prime sale ci accompagnano attraverso le tappe fondamentali della vita del pittore, dapprima in Italia, per proseguire poi con le opere spagnole. Da metà percorso, in modo un po’ contraddittorio, l’approccio cronologico si perde e la mostra procede per temi, concludendosi con i visionari capolavori dell’ultima parte della vita.
Il labirinto
L’idea del labirinto accompagna il visitatore che può osservare la complessità della formazione artistica di El Greco, nata dagli influssi bizantini ( ieratici e spirituali), arricchitasi dalle influenze italiane di indiscutibile vertice espressivo, culminando nella pittura spagnola, fortemente introspettiva. Solo in Spagna, a Toledo, El Greco raggiunge livelli di profonda spiritualità, accentua la riflessione sui temi religiosi, adottando forme allungate delle figure, creando immagini evocative quasi astratte o dai tratti talvolta espressionisti.
L’Italia
L’incontro con i maestri della pittura veneta è fondamentale per El Greco. Si allontana dalla forma piatta dell’icona per ambientazioni religiose in cui compare un uso consapevole della prospettiva dei personaggi e degli sfondi architettonici. I grandi pittori Veneti trasformano le sue opere. Influenzato da Tiziano e Tintoretto, acquisisce uno stile unico nel colore, la forma piatta dell’ icona diventa prospettica, compaiono forme architettoniche rinascimentali.
La Spagna
Ma in Italia il pittore non incontra il successo sperato. Attirato da sogni di gloria, El Greco si reca nella penisola iberica dove raggiunge il livello più alto della sua arte. Le opere di questo periodo dimostrano la sua particolare sensibilità.
Abbiamo scelto 3 tele come esempio
Allestimenti della mostra El Greco. Un pittore nel labirinto. Foto: Roberto Serra / MondoMostre
1
Cristo agonizzante con Toledo sullo sfondo
circa 1604-1614
olio su tela
Fundación Banco Santander
L’immagine del Cristo morto è collocata su un cielo nero di sfondo, senza luce consolatoria o rassicurante. La raffigurazione del Figlio non è idealizzata, al contrario, nei tratti ci sono elementi di sorprendente modernità. Il suo corpo esanime scarnificato, il viso profondamente umano sono la testimonianza drammatica della prova divina.
2
Annunciazione
circa 1596-1600
Olio su tela,
Museo Thyssen Bornemisza
©Museo Nacional Thyssen-Bornemisza, Madrid
Una insolita annunciazione dai colori ad effetto, la Madonna in piedi a braccia aperte, accetta l’incarnazione divina alla presenza di cori di angeli e cherubini. Lo stesso arcangelo Gabriele, su una nuvola, mostra il suo rispetto al grandioso evento. Terra, Cielo, naturale e sovrannaturale, visibile ed invisibile compaiono nel quadro in una compresenza che toglie ogni distanza tra i diversi piani.
3
Martirio di san Sebastiano 1577-1579
olio su tela
Catedral de Palencia
Dipinta poco dopo il suo arrivo in Spagna, l’opera è visibilmente influenzata dai canoni dell’arte italiana. L’immagine di san Sebastiano rimanda alla scultura classica, alle forme di Michelangelo e del Laocoonte. L’immagine del Santo, di notevole impatto emotivo, è attorniata da un paesaggio che ricorda la pittura veneta.
Conclusione
Per gli amanti dell’artista la mostra non può deludere. Per chi non conosce il pittore, questa è una buona occasione per avvicinarsi alle sue forme espressive di forte impatto, oniriche seppur terrene. Condividiamo la tesi di Vittorio Sgarbi per il quale in “El Greco c’è una capacità unica di superare la barriera del tempo“, il pittore “vive come se il tempo non gli fosse addosso” (Vittorio Sgarbi).
Tutte le informazioni relative alla mostra si possono consultare al sito https://www.palazzorealemilano.it/mostre/el-greco
Emma Borella per LiveMedia24