Inaugurata lo scorso 20 Maggio “Everybody Talks About the Weather” sarà visitabile fino al prossimo 26 Novembre presso il palazzo Ca’ Corner della Regina a Venezia.
Palazzo Ca’ Corner della Regina, Fondazione Prada.(Foto: Marco Cappelletti)
La nuova mostra, allestita presso la Fondazione Prada di Venezia, offre ai visitatori una prospettiva artistica originale. Esamina infatti la presenza delle condizioni metereologiche nell’arte contemporanea e moderna.
Il titolo della mostra Everybody Talks About the Weather (Tutti parlano del tempo) trasforma in positivo il celebre motto “Tutti parlano del tempo. Noi no”, (comparso su un manifesto dell’ Unione Socialista Studentesca Tedesca nel 1968, in ripresa di uno slogan di Marx).
L’argomento, considerato in passato futile e superficiale , è oggi di primaria importanza.
Il tempo metereologico ” è semplicemente il fatto più importante della vita di cui tutti parlano già o di cui dovrebbero parlare”( Dieter Roelstraete, saggio dal catalogo).
Le condizioni atmosferiche sono la premessa per affrontare l’ emergenza climatica, da tempo annunciata dalla scienza, confermata dalle catastrofi che periodicamente colpiscono la Terra.
“Il progetto è nato con l’idea di prendere il tempo atmosferico come punto di partenza per evidenziare l’urgenza del cambiamento climatico, stabilendo un’equazione empirica tra meteorologia e climatologia, utilizzando insieme gli strumenti dell’arte e della scienza.”(Miuccia Prada)
La mostra coinvolge il visitatore e lo invita ad osservare, riflettere, approfondire o conoscere almeno una piccola parte della documentazione presente.
In ogni sala, la “materia” artistica, si unisce ad un corredo di libri (500), postazioni video e multimediali, report, dati e analisi delle mutazioni in atto nel nostro pianeta.
Piacevole l’allestimento, progettato dallo studio newyorkese 2×4 che intreccia la dimensione artistica ad una serie di approfondimenti scientifici sviluppati in collaborazione con il New Institute Centre For Environmental Humanities (NICHE) dell’Università Ca’ Foscari di Venezia.
Una nota di riconoscimento va al curatore della mostra-ricerca Dieter Roelstraete per l’originale selezione delle opere offerte al pubblico.
Interno piano terra della Fondazione Prada. (Foto: Marco Cappelletti)
Il percorso
La mostra inizia in ingresso con un grande ledwal che trasmette in loop le previsioni del tempo di tutto il mondo, messe in onda da televisioni o consultabili on line.
A piano terra, il viaggio metereologico nell’arte propone alcune riproduzioni di quadri molto famosi.
“La Tempesta”,1502 di Giorgione o “I Cacciatori nella neve”,1565, di Pieter Brueghel, piuttosto che “Studio di nuvole”, 1822, di Jon Constable, (per citarne alcune) mostrano l’influenza che neve, vento, nuvole o tempeste hanno da sempre sull’agire umano.
Un filo lega il passato all’attualità e ci porta ad alcune istallazioni video di artisti contemporanei che ricordano al visitatore la triste emergenza del presente.
Più di 50 opere di arte contemporanea, scelte dal curatore per la loro attinenza al tema, sono collocate al piano nobile dell’edificio, recentemente restaurato.
- Le decorazioni settecentesche della sala centrale, avvolgono “Untitled”, 2023, dell’artista Vivian Suter (Argentina, 1949). Ovvero una carrellata di arazzi moderni, collocati uno di seguito all’altro, quasi a formare una foresta di immagini fortemente materiche, che fluttuano al soffio di un movimento d’aria generato da “Fan”, una leggerissima pala appesa al soffitto, opera di Nick Raffel.
Interno piano nobile. (Foto: Marco Cappelletti)
“Untitled”, 2023, Vivian Suter. (Foto: Emma Borella)
- Cielo e nuvole sono elementi pittorici largamente presenti nella storia dell’arte occidentale. La mostra dedica una particolare attenzione ad artisti contemporanei che, in una serie di opere esposte, conferiscono a questo soggetto onirico e romantico, un significato più provocatorio.
Interno primo piano Fondazione Prada. (Foto: Marco Cappelletti)
- Alcune opere colpiscono per impatto visivo ed emotivo come ad esempio l’imponente “Tsunami” di Richard Onyango (Kenia, 1960)
“Tsunami”, 2005 (Foto: Marco Cappelletti)
- Il quadro è dipinto nel 2005, poco dopo il maremoto avvenuto nell’Oceano Indiano e lo Tsumami del 26 dicembre 2024 che ha provocato quasi 250000 vittime in 14 paesi. Il trittico monumentale (160,5 x 365) ricorda La grande onda di Kanagawa di Katsushika Hokusai . La collocazione in questa mostra suggerisce l’ archetipo del diluvio. L’artista africano, mostra la furia degli elementi naturali , colti nella loro massima potenza distruttiva.
- Molto raffinato “Kinked Rain/ Gold 2022” dell’artista californiana Pae Whait. I’ arazzo in cotone poliestere e lurex raffigura le nuvole e la pioggia.
Interno Fondazione Prada. (Foto: Marco Cappelletti)
- L’artista californiana ha vissuto in prima persona il dramma di incendi , siccità e ondate di calore devastanti. Non meraviglia che la pioggia sia un motivo iconografico ricorrente, in particolare nei suoi arazzi di grandi dimensioni. Nell’opera esposta, sulle nuvole blu, riluce una cascata di fili d’oro, metafora della preziosità della pioggia generatrice di vita.
- Sul pavimento, in primo piano è adagiata un’ opera particolare. Si tratta di una di una serie di Jason Dodge. l’artista ha commissionato artigiani di tutto il mondo a “tessere un filo del colore della notte e della lunghezza pari all’altezza della terra al di sopra del tempo” . Il filo che unisce la Terra ed il cielo compone il tessuto adagiato sul pavimento.
Conclusione
Moltissime opere meriterebbero di essere menzionate. La mostra è godibile ed interessante. Può essere un valido motivo di riflessione per coloro che sono sensibili al tema e per le scolaresche come punto di partenza per approfondimenti ed elaborazioni sul tema.
Maggiori informazioni si trovano al sito https://www.fondazioneprada.org/visit/visit-venezia/
A cura di Emma Borella per MediaLive24.com