Nella splendida cornice di Palazzo Grassi a Venezia, Chronorama è un viaggio nel tempo con più di 407 opere fotografiche realizzate tra il 1910 e il 1979 esposte in ordine cronologico e divise per decenni.
Protagonisti delle immagini sono grandi nomi del mondo dell’intrattenimento, della moda, dello sport, icone di eleganza e stile senza tempo, frammenti di vita quotidiana ed eventi storici che hanno marcato il XX secolo in Europa e negli Stati Uniti. Questi frammenti di passato provengono da una fonte d’eccezione: gli archivi targati Condé Nast, uno dei gruppi editoriali più autorevoli a livello mondiale che oggi riunisce testate rinomate come “Vanity Fair” e “The New Yorker”. Le opere (alcune inedite e mai pubblicate prima d’ora) sono state acquisite dalla Pinault Collection nel 2021.
Condé Nast nasce nel 1873 a New York e fu editore e uomo d’affari. All’età di 36 anni acquisisce Vogue, rivista destinata ad un futuro sfavillante ma all’epoca in pieno declino. L’obiettivo di Nast era riprogettare il magazine e trasformarlo in una rivista destinata alle elite internazionali rendendo più consapevole l’uso della fotografia. Ecco che Vogue inizia ben presto a collaborare con grandi nomi nel mondo della fotografia.
La mostra punta a ricostruire lo spirito del XX secolo attraverso la lente di 185 fotografi e artisti come Paul Thompson, Margaret Bourke White, Edward Steichen, George Hoyningen-Huene, Horst P. Horst, Lee Miller, che hanno immortalato grandi star del mondo dello spettacolo, personaggi illustri che hanno scritto la storia occidentale, scrittori ma anche scorci di vita quotidiana delle grandi città americane. Si tratta di un viaggio che testimonia i cambiamenti socioculturali ed estetici legati all’abbigliamento, all’architettura e alla storia dell’arte.
1910
L’esposizione inizia con una raccolta fotografica dedicata agli anni dieci del Novecento momento di grandi cambiamenti in ambito artistico, culturale e storico. L’uccisone dell’erede al trono dell’Impero austro-ungarico a Sarajevo dà inizio alla Grande Guerra, un evento che scuote le coscienze e modifica l’ordine morale, siamo in un momento in cui la cultura visiva e il mondo artistico vivono attimi di grande fermento.
Nel 1908 Condé Nast è a capo di “Vogue”, il suo obiettivo è rendere quest’ultima una rivista al passo con i tempi che offra una fotografia della società proponendo articoli di attualità su arte, letteratura, teatro, società e moda accompagnati non più da illustrazioni bensì da immagini fotografiche che di lì a poco avrebbero iniziato a prendere sempre più piede. È in questo periodo che il fotografo parigino Alfred de Mayer avvia una fortunata collaborazione con Vogue proponendo eleganti scatti delle grandi stelle dello spettacolo.
Paul Thompson – La dottoressa Mary Walker, prima donna che ha indossato i pantaloni in pubblico, 1911
Nel corso di questo decennio sono tanti i cambiamenti in particolar modo nel rapporto tra i sessi. Si tratta di una foto mai pubblicata prima d’ora. Mary Walker visse durante il periodo del proibizionismo, fu una fervente femminista e supportò attivamente i movimenti per i diritti delle donne negli Stati Uniti nonché la libertà per queste ultime di scegliere in autonomia cosa indossare, rifiutando le imposizioni dell’epoca e lottando per riformare l’abbigliamento femminile.
Fu l’unica chirurga donna durante la Guerra di Secessione americana. In questa fotografia, Mary Walker viene ritratta intenta a indossare un paio di pantaloni scuri, scarpe nere, guanti, una mantellina e un cappello a cilindro azione giudicata a dir poco scandalosa all’epoca in quanto le donne non avevano il diritto di decidere cosa indossare. Nel corso della sua vita ella si oppose fortemente ai codici di abbigliamento imposti alle donne che comprendevano gonne lunghe, sottovesti e stretti corsetti.
1920
Superata la fine della recessione provocata dalla Grande Guerra, l’Occidente entra nei cosiddetti “anni ruggenti” epoca di grande prosperità sul piano industriale, sociale e artistico. Gli Stati Uniti vedono l’esplosione del jazz, del cinema, dello stile art déco e delle nuove tecnologie, in questo periodo New York City è una città in rapido sviluppo all’apice del suo splendore. In Europa a guidare i “Roaring Twenties” sono Londra e Parigi che si afferma come città di riferimento per le avanguardie artistiche. Nessuno meglio di Vogue e Vanity Fair hanno saputo documentare e immortalare questo momento storico ricco di euforia, progresso e benessere. Vediamo una carrellata di icone che hanno marcato questo decennio.
George Hoyningen-Huene – Joséphine Baker, 1927
La macchina fotografica di Hoyningen-Huene ritrae un’intramontabile icona di stile ed eleganza degli anni ruggenti, simbolo della resistenza francese e musa delle avanguardie. Giunta in Francia nel 1924 con lo spettacolo musicale “La revue nègre” che mise in crisi le basi del music-hall, nel 1927 diventa la star del “Folies Bergères” noto teatro parigino di varietà immortalato anche da un celebre dipinto di Manet di fine Ottocento.
Edward Steichen- l’attore Douglas Fairbanks, 1924
Douglas Fairbanks, denominato “il re di Hollywood” fu attore e regista americano. Tra i numerosi successi ritroviamo “Il segno di zorro” e “Robin Hood”. In questo scatto l’attore assume una posa misteriosa e viene ritratto di spalle con abiti scuri. Nel 1919, l’attore fondò assieme al collega Charlie Chaplin e la sua fidanzata Mary Pickford la United Artist che diventò ben presto una delle case produttrici più importanti nell’ambito del cinema muto.
1930
Negli anni 30 si assiste al declino della folle esuberanza che aveva caratterizzato i Ruggenti Anni 20. Questo decennio è segnato gravemente dallo scoppio della Seconda Guerra Mondiale e dalla crisi del 29. Il gruppo editoriale di Condè Nast risente molto della crisi, tuttavia, le sue pubblicazioni continuano a imporsi come punti di riferimento in fatto di stile, gusto e cultura.
Gli anni trenta marcano uno spiccato interesse nei confronti di uno stile di vita “glamour” e dedito al lusso complice il grande sviluppo dell’industria cinematografica di Hollywood da cui nascono numerose star che popolano le pagine di Vogue e Vanity Fair. Al contempo le due riviste devono fare i conti con la dura realtà: un nuovo sanguinoso conflitto mondiale è alle porte così ecco che alcuni esponenti di spicco della politica iniziano a figurare tra le pagine delle riviste patinate. New York è una città in piena espansione e nel 1930 inizia la costruzione di uno degli edifici più iconici della città: l’Empire State Building.
Sherril Schell- Empire State Building, NYC, 1930
Emblematico grattacielo perfetto esempio di stile art déco progettato e realizzato sotto la direzione di William Frederick Lamb e da Lamb & Harmon Associates, fu inaugurato nel 1931. L’edificio conta più di cento piani, è alto 382 metri e rappresenta un celebre punto di riferimento nello skyline newyorkese. Destinato a occupare una posizione centrale lungo la Quinta Strada, sarà il primo edificio al mondo con più di 100 piani. In questo scatto proposto da Schell, grande appassionato di grattacieli e modernismo urbano, vediamo l’edificio fotografato assieme alla bandiera americana. Le vedute di New York di Schell, diventate celebri in tutto il mondo per le angolazioni singolari e i giochi di luce sono state protagoniste nel 2006 di una mostra presso il Museum of the City of New York.
Margaret Bourke-White – Tenniste in un campo su una terrazza contro lo skyline di Manhattan, 1931
Margaret Bourke-White è stata una delle prime fotografe documentarista donna a collaborare presso le forze armate americane nonché un punto di riferimento nell’ambito del fotogiornalismo. All’età di vent’anni si avvicina al mondo della fotografia industriale per poi iniziare a collaborare con testate importanti come Fortune e Life. Durante la Seconda guerra mondiale è impegnata in Europa per documentare il conflitto. Questo scatto mette in evidenza un momento di normalità, delle donne intente a fare sport sul tetto di un grattacielo che si staglia sulla città.
1940
Robert Doisneau- alcuni giovani della Resistenza con un prete vicino alle barricate di Boulevard Saint Michel, 1944
All’epoca di questo scatto Doisneau aveva 32 anni. A sinistra scorgiamo una parte della sommità di alcuni edifici parzialmente nascosti dalle barricate innalzate dai giovani per combattere l’occupazione tedesca a Parigi. Vediamo sette giovani protagonisti della resistenza francese che formano un cerchio attorno ad un prete cattolico eroe della resistenza ed ex prigioniero dei nazisti. Al centro dello scatto vediamo il sorriso ironico sulla faccia del prete e i resistenti intenti ad ascoltarlo mentre quest’ultimo racconta qualcosa di divertente. Si tratta di un esempio di “fotografia umanista” di cui Robert Doisneau diventò ben presto portavoce. Spesso accostata al fotogiornalismo questa corrente fotografica europea puntava a immortalare momenti effimeri di umanità e dignità umana in differenti contesti sociali.
Cecil Beaton- L’ufficiale pilota Daley degli American Eagles, 1942
In questo scatto vediamo il ritratto di un giovane pilota datato 1942 ovvero sei mesi dopo l’entrata in guerra degli Stati Uniti contro la Germania nazista. Il giovanissimo pilota intento a fumare una sigaretta è degno dei più grandi attori hollywoodiani venne ribattezzato “Diamond Jim” per il suo grande talento nell’ambito dell’aviazione.
1970
Siamo giunti alla parte conclusiva della mostra:gli anni settanta, un decennio che vede grandi novità nell’ambito della moda e dell’arte. Condé Nast ha una missione editoriale ben precisa: continuare ad attirare lettori provenienti dalle vecchie elite e rivolgersi ad un pubblico più giovane ed emergente stando sempre attento alle ultime tendenze.
Bert Stern- The Life and Times of Sigmund Freud, scena dell’opera teatrale di Robert Wilson, 1970
Qui vediamo una rappresentazione poetica della vita di Freud con tre scene consecutive che si susseguono e che simboleggiano le tre età della vita del celebre psicoanalista. Le scene sono tratte dall’opera teatrale di Robert Wilson.
Info sulla mostra:
-Palazzo Grassi, San Samuele 3231, Venezia;
-dal 12 marzo 2023 al 7 gennaio 2024;
-tutti i giorni dalle 10 alle 19
Elsa Martino per LiveMedia24