Cosa significa HDR?
La sigla “HDR” sta per “High Dynamic Range” che si può tradurre in italiano come “gamma dinamica ampia” (o estesa). Si tratta di una tecnica (ma ormai anche una tecnologia integrata) in grado di estendere la gamma dinamica di immagini statiche e fotogrammi in movimento (video).
Della gamma dinamica abbiamo già parlato in un precedente articolo. Ricapitolando, quindi, la gamma dinamica si riferisce alla gamma dei possibili valori di illuminazione.
Cosa si intende per valori di illuminazione normalmente possibili? L’occhio umano è in grado di percepire un contrasto (e quindi una gamma dinamica) massimo di circa 16384:1 (fonte: http://en.wikipedia.org/wiki/High_dynamic_range_imaging). Ciò significa che il valore di luminosità più elevato che l’occhio umano riesce a distinguere è fino a 16.384 volte maggiore del più basso valore di luminosità percepito. Si tratta di una misura relativa, in quanto l’occhio umano è in grado di adattarsi, perciò il valore più basso dipende dall’illuminazione disponibile in ogni istante. Il sensore della macchina fotografica, che è molto meno performante, ha un contrasto di 2048:1. Una giornata soleggiata può però portare ad un contrasto di circa 100.000:1. Può quindi rivelarsi molto utile avere a disposizione una tecnica che permette di ottenere fotografie con una gamma dinamica più elevata del normale.
Ogni sensore di ogni fotocamera ha dei limiti di gamma dinamica, nel senso che in certe particolari scene ad alto contrasto, sarà difficile catturare tutti i dettagli del frame nello stesso modo o con lo stesso intervallo. Se, ad esempio, volete fare la foto ad un paesaggio in cui nella parte superiore del frame c’è il cielo e nella parte inferiore della vegetazione (ad esempio degli alberi), questo può già essere una situazione di gamma dinamica elevata in cui il vostro sensore si porrà dei limiti. Dovrete quindi fare una scelta: fotografare il cielo perfettamente esposto con la vegetazione leggermente in ombra oppure viceversa.
Quando serve questa tecnica?
Fotografare con la tecnica dell’HDR è particolarmente vantaggioso nella fotografia di paesaggio durante la cosiddetta Golden Hour. In questa situazioni, infatti, il sole è basso nell’orizzonte e crea un contrasto molto forte tra le parti colpite dalla luce e quelle che rimangono ombra. La fotografia HDR può aiutarti a mettere in risalto i dettagli nelle luci e nelle ombre. In questi casi è possibile utilizzare alternativamente alla tecnica HDR, un filtro graduato a densità neutra (GND), ovvero un filtro costituito da un vetro composto da due parti distinte: un’area trasparente e una sezione più scura. Posizionando la parte più scura del filtro sulla parte più luminosa della scena, che stiamo fotografando, possiamo ridurre la differenza di esposizione nel fotogramma, direttamente durante lo scatto.
Non pensate che sia sempre facile riconoscere una foto HDR a prima vista, perché in molti casi potrebbe davvero sembrarvi una foto “normale” se è stata ben post-prodotta. Questo succede perché il vostro cervello viene ingannato, mi spiego meglio: per voi è naturale guardare la natura all’esterno e notare un cielo sereno con qualche nuvola bianca “standard”, il colore dei fiori, il contrasto nelle piante, la “saturazione” della vegetazione e così via, in fotografia è un po’ diverso, nel senso che si punta a riprodurre ciò che l’occhio umano vede. Per questo motivo, quando capita che il vostro occhio vede una foto HDR fatta bene, con un’elevata gamma dinamica, lo confonderà con la realtà e sembrerà tutto normale.
Come ottenere una foto in HDR?
Ci sono due strade: merging manuale o automatico.
Per un merging manuale, significa che è tutto “in manuale”, anche la fase di scatto. A seconda della complessità della scena o dalla ricchezza di dettagli che vorreste mostrare nello scatto finale, dovrete scegliere di scattare fisicamente 3, 5 o 7 foto ad esposizione diversa. Per misurare la differenza di esposizione si usa il termine “EV” che sta per “Exposure Value” (valore di esposizione). È un valore che vi serve per capire la differenza tra un valore di esposizione ed un altro, e di solito potreste trovarlo scritto come “EV -1, EV-2” e così via. Ogni “EV” e numero annesso indica uno “stop” di differenza di valore esposimetrico, motivo per cui, ad esempio, se fate tre foto diverse per un singolo HDR è consigliabile farne una EV-3 (sottoesposta), una EV0 (esposizione mediana) e una EV+3 (sovraesposta).
In fotografia, il bracketing (che deriva anch’esso dall’inglese – “to bracket” significa “raggruppare”) è una modalità di ripresa che vi permette di catturare più immagine fotografiche dello stesso soggetto o scena variando automaticamente le impostazioni per ogni volta in cui premete lo scatto o eseguite una raffica. In sostanza, grazie al bracketing, potreste fare tre foto con esposizione diversa in un attimo. Il treppiede è fondamentale poiché gli scatti dovranno essere sovrapponibili e a mano libera rischieremmo di introdurre delle differenze nell’inquadratura non correggibili dal software.
Ora che abbiamo spiegato come fotografare con la tecnica dell’HDR fatemi un favore: non abusatene per rendere inguardabili le vostre foto!
Mattia Radoni per LiveMedia24