È arrivata a Roma dagli Stati Uniti all’Italia il busto di Prospero Farinacci, attribuito a Gianlorenzo Bernini. L’opera è stata donata al Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo da parte dell’organizzazione non-profit American Friends of LoveItaly.
La scultura è stata attribuita al Bernini dal professore dell’Institute for Advanced Study e Grande Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana (2019), Irving Lavin. L’opera, infatti, era stata donata all’AFLI dalla moglie Marilyn Aronberg Lavin e di nuovo ala Museo di Castel Sant’Angelo per rispettare la volontà della precedente proprietaria, la prof.ssa Marilyn Lavin.
Il busto commemorativo raffigura il giurista e intellettuale romano Prospero Farinacci (1544-1618), Datario Pontificio, Uditore Generale della Camera Apostolica e Consigliere della Sacra Consulta sotto i papi Clemente VIII e Paolo V.
Chi fu Farinacci.
Farinacci è probabilmente più noto come difensore della giovane aristocratica romana Beatrice Cenci, le cui sfortunate vicende si intrecciano con la storia di Castel Sant’Angelo. Accusata di parricidio, fu imprigionata e interrogata, per essere infine giustiziata l’11 settembre 1599 insieme ai suoi familiari a piazza di Ponte, di fronte al monumento.
In virtù di tale vicenda storica, il Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo è apparso la sede naturale più appropriata come destinazione della scultura.
Il Museo, peraltro, conserva già un ritratto di Prospero Farinacci. Questo è attribuito a Giuseppe Cesari detto Cavalier D’Arpino, datato 1607 e attualmente esposto nel Gabinetto del Delfino e della Salamandra nella cosiddetta Cagliostra.
Il busto-ritratto è stato collocato nella Sala della Biblioteca del Museo. Qui resterà fino alla fine dell’iter di donazione, che sarà perfezionata al termine di tre anni, secondo la legislazione americana.
Il ritratto di Prospero Farinacci ci restituisce un pezzo importante della storia, lunga e complessa, vissuta da Castel Sant’Angelo alla fine del ‘500 e che ebbe come protagonista una giovane donna, Beatrice Cenci, qui giudicata e imprigionata, che Prospero Farinacci difese d’ufficio senza tuttavia riuscire a salvarla dalla condanna a morte per parricidio.
fonte: Artemagazine.
A cura di Serena Maddalo per LiveMedia24.