Sono una sognatrice e non me ne vergogno: Kety Franzolin si racconta

Che il mondo sia pieno di aspiranti scrittori, lo sappiamo, ma oggi andiamo a conoscere Kety Franzolin; Donna, scrittrice, madre, moglie. Sognatrice incallita e autrice dei romanzi fantasy “Non andare via” e “This Is me Saga”, vincitori di diversi riconoscimenti nazionali. Che il mondo degli aspiranti scrittori sia estremamente variegato, è noto anche questo. Ciò che forse ignoriamo, è che c’è una di loro che si sta facendo notare al grido di “sono una sognatrice e non me ne vergogno”.

Il suo nome è Kety Franzolin, classe 1981, camponogarese, sposata e madre di due bambine, che ha nel sangue l’esigenza viscerale di creare e scrivere storie. Esigenza che si è manifestata in giovane età, sin dalle elementari, e che non l’ha mai abbandonata per tutti gli anni a venire. Ciò che a otto anni era una poesia, a venti era un racconto finalista in un concorso nazionale, e a trenta un libro; ed è stata proprio con la pubblicazione del suo primo romanzo, “This is Me”, che si è manifestata in lei l’anima della sognatrice; quella stessa ideologia che ora sta attirando l’attenzione di un pubblico sempre crescente.

Ma, per capirla meglio, facciamo un passo indietro.

Kety confessa che la storia fantasy di This is Me – questo sono io: il Tutto e il Niente”, ha origine nella sua adolescenza, trascorsa in compagnia di libri di Stephen King, James Patterson, Christopher Pike e Patricia Cornwell, tutti pluripremiati scrittoti di thriller. È stato leggendo questi generi, fatti di scene e ambienti fin troppo realistici, che la sua mente si popolava di personaggi immaginari diametralmente opposti. Fantasie che la Franzolin trovava più affine con i cartoni animati giapponesi e in quanto tali, surreali, non meritevoli di vivere, se paragonati a quel che la ragazza leggeva.

Gli anni passavano, e solo leggendo i best sellers di Stephanie Meyer, Twilight Saga”, Kety realizzò che la storia che aveva soffocato dentro per anni, chiedeva di venire prepotentemente alla luce. La Meyer stessa, nelle sue interviste, dichiarava che “Twilight” è nato da un sogno avuto in una notte.

È l’appiglio che serve alla Franzolin per farsi coraggio e dare vita ai suoi personaggi; la molla per aprire il vaso di Pandora e lasciare uscire tutto quello che ha nascosto al mondo: non solo le sue storie, fantastiche o meno, ma anche tutta la sua voglia di realizzare un sogno che l’accompagna da quando era una bambina. Forza e determinazione la seguono passo dopo passo, aiutandola a prendere coscienza delle sue capacità e dei suoi limiti, con umiltà e ironia; sfida e a combatte le sue paure in nome di un fine più alto: la realizzazione di un sogno, di una vocazione, non solo per sé stessa, ma anche per gli altri.

Pubblica la sua trilogia fantasy (“This is Me” – “Watch Me Burn” – “Another Chance”); Presenta alla Fiera Nazionale del Libro di Roma, partecipa a trasmissioni televisive, i giornali locali cominciano a parlare di lei. Si ferma qualche anno, la fatica e le difficoltà derivanti da eventi inaspettati, seppur bellissimi, la portano ad una profonda riflessione; Archiviare la sua vocazione come un capriccio di gioventù oppure lottare per essa e farla diventare il suo lavoro? La risposta la conosciamo già: quel che anni fa Kety sussurrava a pochi intimi, ora lo urla in ogni dove: “credi in te stesso, realizza i tuoi sogni: se non sei tu il primo a crederci, gli altri non lo faranno”.


Lo grida pubblicando il suo nuovo libro (Non andare via- sfidereste la morte per amore?”), lo specifica nella sua pagina ufficiale di Facebook, in Instagram, su Linkedin, in ogni intervista. Kety è una sognatrice e una guerriera, non si vergogna più a dirlo. Spera di rendere il mondo un posto migliore con le sue storie. Ci crede davvero e la donna, che si destreggia tra la famiglia e un lavoro d’ufficio full time, non si risparmia, diventando un bellissimo esempio per le sue figlie e per tantissime altre persone. Io un giorno ce la farò”, commenta nei suoi post. “Prima o poi il mondo sognerà con me”.

Frasi forti, poetiche, spesso accompagnate dai suoi timori e dalle sue insicurezze. L’autrice è trasparente, lascia che il lettore diventi uno spettatore di un’avventura reale. La gente si sofferma e ascolta, abituata a sentir parlare solo di catastrofi, omicidi e covid. La gente s’incuriosisce, incerta se etichettarla come una fallita o una Don Chisciotte dei nostri tempi, chiedendosi se Kety riuscirà davvero ad abbattere gli ostacoli di un mondo editoriale governato più dalle leggi economiche che dal dovere alla cultura. Trattiene il fiato, applaudono o la criticano, ma resta lì ferma, ad aspettare la puntata successiva.

“Se tu non tradisci i tuoi sogni, loro non tradiranno te”.

Non ci resta che seguirla per scoprire se ha ragione.

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