In scena dal 27 al 30 marzo nella pièce “Il grande urlo, Elettra vs Clitennestra”, incontriamo l’attrice Barbara Scoppa pronta a parlarci di come tutto ha preso forma e delle emozioni che la legano al teatro.
Un sentimento forte, quello che lega Barbara Scoppa al teatro, alla vita e alla recitazione.
Vi lasciamo a questa nostra intervista, alle parole dell’attrice…
Ti ringraziamo per aver accolto il nostro invito, Barbara. Impegnata nelle prove dello spettacolo che dal 27 al 30 marzo ti vedrà in scena al Teatro di Documenti di Roma, cosa puoi anticiparci a riguardo?
Il modo in cui l’autrice, Elena Fanucci, ha realizzato “Il grande urlo, Elettra vs Clitennestra” mi ha stupita sin dalla prima lettura. Un tentativo più che valido, a mio parere, di ‘attivazione del mito’ ed una scrittura e linguaggio potente, dal valore simbolico, efficace. Un’indagine approfondita sui moti che muovono le vicende umane, senza possibilità di trovare giustifica alcune alle azioni, terribili o meno che siano. Una storia da vivere in teatro caratterizzata dalla regia di Franco Gervasio, così come l’allestimento scenico.
Cosa ti regalano, di volta in volta, le tavole del palcoscenico?
Mai abbandonerei la sensazione che mi regalano le tavole del palcoscenico, l’opportunità che mi offre quest’arte. Mi consente di scoprirmi, di volta in volta, e di scoprire anche gli altri. Qualcosa di intenso, unico. Una vera e propria terapia! Questo percorso ha avuto inizio nel 1981 dopo essermi trasferita da Roma a Firenze per prendere parte alla Bottega Teatrale diretta dal grande Gassman.
Cosa puoi anticiparci sul tuo futuro artistico?
Presto riprenderò la tournée di “Donna Mimma”, una bellissima novella di Luigi Pirandello legata alla regia di Mauro Conciatori, per l’occasione adattata al teatro. Non ultimo il progetto di cui abbiamo parlato poco fa, “Il grande urlo, Elettra vs Clitennestra”. Tanto altro ci sarà e riguarderà il cinema, prossimamente, ma al momento non posso ancora parlarne come vorrei.
Alessia Giallonardo per LiveMedia24