Lo spettacolo è stato realizzato in collaborazione con l’Associazione Villa Caruso, in occasione del centenario della scomparsa di Enrico Caruso nel 2 agosto 1921.
In Villa Bellosguardo, anche se il giardino era praticamente riarso dalle temperature di questa torrida stagione, lo spettacolo si è illuminato con i colori delle emozioni di ogni scena raccontate dagli artisti nel “palco” del giardino all’italiana.
Raccontare e recitare, quasi 20 anni, dagli anni 30 del secolo scorso, periodo della gloriosa ascesa e la triste fine di Enrico Caruso, per problemi di salute, e famiglia. E’ stata sicuramente una ottima esibizione per tutta la compagnia del Teatro delle Arti di Lastra a Signa di Firenze, visto anche il giovanissimo gruppo di attori, scelti proprio per impersonare i personaggi della stessa loro età.
Gli attori adulti in scena hanno interpretato con passione e presenza le parti assegnate. E’ stato particolarmente notato, da noi e da tutto il pubblico, il talento del giovane allievo della Scuola delle Arti che interpretava Enrico Caruso Junior, il figlio del tenore.
Una padronanza della scena, e l’ottima espressione del testo, senza suggeritori o testo alla mano, bravo. Gli altri giovani attori, sono stati cosi bravi in scena da sembrare veramente i compagni di giochi del piccolo protagonista. La storia racconta l’attesa del ritorno della grande voce dell’Italia alla villa, non possiamo anticipare l’esito della storia per non rovinare il racconto, perché anche stasera ci sarà la messa in scena.
Ancora più bravi tutti gli elementi della compagnia, anche i tecnici, perché hanno avuto solo il giorno stesso per fare le uniche prove generali, ottimo lavoro. Ottimo perché il giardino (un palco davvero grande, e faticoso) era allestito anche con luci, oggetti di scena e proiezioni di video e immagini sulla facciata che trova anche la finestra dello studio dell’artista.
Le video proiezioni sono state un ottimo compendio per raccontare la parte delle memorie nelle missive della famiglia e per la proiezione dei frammenti dei film realizzati con Caruso all’epoca. Uno dei momenti magici dello spettacolo è stato certamente l’arrivo in scena dell’incaricato della Victrola (l’iconica azienda produttrice di apparecchi di riproduzione musicale, “The Victor Talking Machine Company” di Victor Victrola), che ha consegnato al piccolo Caruso un grammofono e un proiettore cinematografico (simbolicamente) regalato dal padre, ancora in viaggio per il mondo per concerti e opere.
Il grammofono era proprio uno degli oggetti originali della famiglia Caruso ed è stato avviato (con la manovella a molla) proprio con un disco originale e la magia è stata proprio questa, la rara esperienza di sentire un disco in bachelite da un grammofono degli anni ’30!
La villa è stata la dimora, poco vissuta dall’artista, ed è la sede della “casa museo” dedicato alla vita di Enrico Caruso, che vi consigliamo di visitare al più presto. Le stanze della casa sono state organizzate con una splendida esposizione di tantissimi oggetti appartenuti alla storia di Enrico Caruso, come molti dischi e grammofoni, funzionanti, cilindri musicali tipo Edison, costumi di scena, oggetti personali, lettere, diari e molto altro.
Addirittura sono esposti, i primi, prodotti commerciali con il suo nome e la sua immagine, salse di pomodoro, spaghetti, profumi e altro. Ne vale la pena credetemi, non fosse altro che per vedere la bellezza della villa e di vedere da vicino parte della sua vita, inoltre poi si può anche fare un giro nel parco e nel giardino, che gode della più bella vista panoramica della zona.
Conoscevamo già la villa per le sue numerose attività di rassegne botaniche, mercatini artigianali e altri spettacoli. Spesso la villa si apre al pubblico con eventi all’aperto e nei saloni del piano terra, offre spazi pregiati per conferenze e incontri di alto livello, matrimoni e mostre.
Giuseppe Faienza per LiveMedia24