Chef Terry Giacomello: fantasia, colore e innovazione in cucina

Il nostro Roberto Revel, ha avuto il piacere di intervistare il noto Chef Terry Giacomello, nome noto italiano della cucina internazionale. Ma andiamo a scoprire cosa si nasconde dietro ad uno dei cuochi innovatori più conosciuti in Italia.

Lo Chef Terry Giacomello

Chef Terry Giacomello

Terry Giacomello, nato ad Aviano (Pordenone), l’8 ottobre 1969, già tredicenne ha iniziato a cucinare, affiancando la mamma Wanda ai fornelli di una “semplice” ma pur buona trattoria di paese. È proprio li che il giovane e promettente cuoco imparò dapprima i segreti di una gustosa pasta all’uovo e di una polenta fatta con il mais appena macinato al mulino, per poi imparare anche a trattare la selvaggina da piuma. Fa sorridere adesso pensarlo alle prese con le piume dei fagiani, ma è proprio in quel periodo che imparò come marinarli e preparare i suoi primi piatti.

Gli Studi

I suoi studi iniziano alla scuola alberghiera di Longarone, dove imparò le tecniche e a riconoscere le materie prime. Alle lezioni, Terry alternava lavori stagionali, acquisendo così esperienze presso veri e propri templi della gastronomia mondiale. Un paio di anni in Francia con Marc Veyrat e Michel Bras, quasi quattro anni al Bulli con Ferran Adria, alcuni con Alex Atala in Brasile, e infine al Mugaritz con Andoni Luis Aduriz. In Italia invece lavorò accanto a Sergio Mei presso il Four Season di Milano. Da questo tour culinario Terry apprese disciplina, professionalità e umiltà, ma anche l’arte di saper maneggiare le materie prime, rispettandole senza rovinarle, fino a raggiungere una perfezione quasi maniacale nel lavoro.

Terry si potrebbe definire un “lo Chef con il sorriso”, difficile vederlo con il broncio. Una persona umilissima, nonostante la sua immensa bravura in cucina.

La Famiglia

Dalle sue parole si percepisce una sicera gratitudine nei confronti di suo padre. Ne parla con semplicità, raccontando come, nonostante gli consigliasse un lavoro nelle fabbriche della zona, lo abbia comunque sempre sostenuto. Il padre, friulano e albergatore conosceva bene i sacrifici della vita da cuoco ma decise comunque di assecondare il figlio.

Il suo profondo legame con la famiglia si trasmette nella sua cucina. Il suo Staff è la sua squadra, “Senza di loro la mia cucina sarebbe debole, senza ispirazione.”Ci confessa, “La cucina è come una grande macchina dove ogni ingranaggio deve funzionare e ogni persona ha il suo compito, dal cuoco allo stagista al lavapiatti.”

Lo Staff

È proprio il suo Staff che assaggia e approva le sue nuove creazioni. “Sia chi è in sala, sia chi è in cucina devono assaggiare.”Si capisce che i suoi ragazzi sono anche la sua famiglia, parla dei suoi stagisti, di quanti si sono fermati con lui e di quanti ne ha aiutati a migliorarsi.

Molte le esperienze internazionale, ma sentendolo parlare si capisce che nel cuore ha ancora il leggendario El Bulli e racconta con semplicità e voce sognante quando con sua mamma e sua nipote, Ferran Adrià li portò fuori a mangiare.

Nel futuro dello Chef Terry Giacomello

Lo Chef ci lascia e ci confida il suo sogno che coltiva da anni. “Vorrei scrivere un libro che racconti la mia cucinaa 360°”. Un libro che racconti i suoi piatti unici, frutto di un approfondito studio e sempre distinguibili per fantasia, colore e innovazione.

Terry non è il solito chef, è presente su Facebook è sempre disponibile, preferisce la battuta al discorso impegnato sulla sua cucina. E’ umile, ma non per modo di dire, lo è davvero.

Sicuramente lo aspetteremo per leggere “la sua cucina più profonda” e con nuove e fantastiche avventure culinarie.

Intervista a cura di Roberto Revel (www.moderngastronomy.it)

Servizio di Alessio Marini (www.livemedia24.com)

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