Molte sono le leggende che incantano Venezia ed una tra queste riguarda Ca’ Dario, il palazzo maledetto.
Affiancato sul Canal Grande, tra Santa Croce e San Polo troviamo lo splendido palazzo Ca’ Dario, nel Sestiere Dorsoduro, chiamato così perché in origine la zona aveva un terreno stabile e non troppo paludoso.
Chi era questo Dario?
Venezia, 1479. Giovanni Dario, uno dei più fidati ambasciatori della Serenissima, viene convocato al Palazzo Ducale perché gli sia affidata una delicatissima missione.
Dopo 26 anni di guerra contro i turchi per riconquistare Costantinopoli, principale base veneziana dei commerci con l’Oriente, le finanze della Serenissima sono ormai allo stremo. L’opportunità di una trattativa di pace, sorta di recente, appare come una vera manna dal cielo. Il Governo teme più di qualsiasi cosa che possa non andare in porto. Dario è pertanto mandato a discutere con il Sultano in persona: non importa quali siano le condizioni di Maometto II, costi quel che costi, dovrà riportare la pace a casa.
Dario quindi parte. Al suo ritorno dall’Oriente, nel visibilio di tutti, non solo è riuscito a stipulare la pace con i nemici storici, ma anche ad ottenere degli accordi commerciali estremamente vantaggiosi per Venezia, forse addirittura più di quanto non lo fossero prima che la guerra iniziasse. Il suo operato non passa inosservato e viene riconosciuto: il Governo Veneziano gli conferisce, oltre a ingenti ricchezze materiali, nientemeno che il titolo di “Salvatore della Patria”.
Sarà in occasione delle nozze della figlia Marietta che Dario farà costruire sulla riva del Canal Grande uno splendido palazzo. Prenderà il suo nome e sulla cui facciata principale, rivestita di finissimi marmi, farà incidere la scritta in latino “Giovanni Dario al Genio della Città”, un piccolo gesto di ringraziamento verso l’amata Venezia.
Ma che cosa trasforma Ca’ Dario nella “palazzo maledetto”?
Come può un palazzo tanto bello, commissionato da un abile diplomatico che tanto aveva fatto per la sua patria, guadagnarsi una nomea tanto sinistra?
Ebbene, pare che Dario sia l’unico ad esserne uscito indenne. Tutti gli altri proprietari del palazzo, a cominciare dalla figlia e dal genero, avrebbero conosciuto destini infausti, dalla bancarotta alla morte violenta, al suicidio.
Il marito di Marietta, infatti, muore accoltellato in seguito a un tracollo finanziario. Lei, Marietta, si suicida. Il loro figlio Giacomo, invece, muore in un agguato a Candia. Un commerciante armeno lo acquista dalla famiglia Barbaro; è però costretto a rivenderlo dopo aver fatto bancarotta. Charles Briggs, che lo acquista nel Dopoguerra, è costretto per via della sua omosessualità a fuggire in Messico, dove il suo amante si toglie la vita.
È quindi la volta del conte delle Lanze, assassinato nel palazzo dal suo amante, il quale verrà poi assassinato a sua volta a Londra. Negli anni ’70 il manager dei “The Who” lo acquista e, oltre al tracollo economico, afferma che la sua tossicodipendenza si sia aggravata durante il soggiorno nel palazzo e di essere costretto a dormire in un hotel vicino perché “perseguitato dai fantasmi dei precedenti proprietari”. E ancora Raul Gardini, che lo acquista nel decennio successivo, è coinvolto nello scandalo di Tangentopoli e si suicida nel 1993. Nel 2000 il famoso regista Woody Allen si interessò al palazzo per l’acquisto, ma viste le strane leggende sulla struttura, rinunciò alla trattativa.
Sono solo alcuni tra gli sventurati che, stretto un legame col palazzo, vanno incontro alla sciagura economica, alla malattia, alla morte. Perché Ca’Dario vuole tanto male ai suoi proprietari e ospiti? In quale angolo della dimora si annida la radice di tutte le sue disgrazie?
Nessuno lo sa, ma i veneziani, a conoscenza della sua storia, si tengono ben lontani dal suo raggio malvagio. Rimane solitaria “la cortigiana piegata sotto il peso dei suoi monili”, come amava chiamarla D’Annunzio, avvolta da un’aura di mistero, spargendo la sua inquietudine.
Mattia Radoni per LiveMedia24