Abbiamo il piacere di incontrare Davide De Marinis, che anni fa ci regalò la bellissima, indimenticata, “Troppo bella”. In un periodo costituito da forti incertezze, che stanno segnando ogni essere umano, Davide ci regala la sua nuova canzone, “Mi sono rotto”. Un motivo accattivante, stimolante e molto veritiero, realizzato insieme agli amici, Claudio Lauretta e Andrea Agresti. Un motivo, quello racchiuso nelle parole della sua canzone, che noi di LiveMedia24 abbiamo apprezzato. Vi lasciamo alle sue parole, alla sua musica.
Davide De Marinis con Claudio Lauretta e Andrea Agresti (Photo Stefano Rizzi)
Grazie per essere con noi, Davide. Come stai? Come hai vissuto questo lungo periodo legato al lockdown?
Sto bene, seppure talvolta mi capita di dormire male. Mi rendo conto che lo stare chiusi in casa, senza vita sociale alcuna e senza lavoro, non è per niente di aiuto. Sono uno di quei musicisti che comincia a risentire tanto di questo fermo, anche dal punto di vista economico ed emozionale. Ci è stata tolta la possibilità di vivere il nostro pubblico, il palco ed è proprio questo che mi porta a non dormire. Mi definisco, attualmente, un cantautore di clausura. Ho trascorso buona parte del tempo scrivendo e cercando di trasmettere vicinanza a tutte quelle persone che hanno perso i propri cari, i propri amici. Sembra di essere in un film di fantascienza! Per fortuna, come spesso accade, ho avuto dalla mia parte la musica, colei che spesso mi salva. Ho realizzato un pezzo, “Andrà tutto bene”, con la partecipazione di settanta amici e colleghi. Il ricavato è stato donato, interamente, all’Ospedale Dono Svizzero di Formia, in favore di tutti i bambini presenti nella struttura. Un ringraziamento, in tal caso, è da redigere alla Onlus Teniamoci per Mano e alla Nazionale Italiana Cantanti. Successivamente, con la collaborazione di Claudio Lauretta e Andrea Agresti, ho realizzato “Mi sono rotto”, che può essere definita il proseguo della precedente, “Andrà tutto bene”. Un progetto a cui ho tenuto molto e di cui ringrazio i miei amici per la collaborazione e la realizzazione del video.
La popolarità arrivò nel 1999, con l’indimenticata “Troppo bella”, che divenne subito un tormentone estivo. Che ricordi hai di quel periodo e come hai vissuto quell’ondata di popolarità?
L’ho vissuta, in tutto e per tutto, come un ragazzo di quell’epoca. Ero semplicemente uno dei tanti e vivevo nella periferia milanese. Da un momento all’altro, con enorme piacere, ho cominciato ad essere riconosciuto in strada ed ho potuto così coronare il sogno di fare della mia passione per la musica un vero e proprio mestiere. Sono contento di aver scritto quella canzone e non sono mai stanco nel cantarla.
È un pezzo ancora molto attuale.
Vero. Spesso mi fermano in strada per chiedermi di cantarla. Addirittura, in alcune occasioni, è capitato che a fermarmi siano stati alcuni ragazzi in compagnia delle loro fidanzate. Non nego mai loro la possibilità di intonare qualche strofa, anzi devo ammettere che questo mi appaga.
Siamo in tanti ad essere cresciuti con “Troppo bella”.
Il bello della musica risiede proprio in questo: quando lasci andare un pezzo, inevitabilmente diventa di tutti. Si trasforma in un qualcosa di personale, da associare ad un ricordo, un determinato incontro. Per me è sempre un qualcosa di magico, un po’ come il profumo. Il profumo accende un ricordo, accede a delle piccole finestre della nostra memoria e ci porta a riscoprire emozioni che hanno un sapore passato. Questo è il potere che ha la musica!
Davide De Marinis (Photo Stefano Rizzi)
Nel 2000 prendesti parte al Festival di Sanremo con “Chiedi quello che vuoi”. Cosa ha rappresentato per te essere su quel palcoscenico?
Rappresentò un sogno che si realizzava e che faceva parte di quei “sogni nel cassetto” (canticchia) di cui parlavo, l’anno precedente, nel testo di “Troppo bella”. A distanza di così tanti anni, dopo esserci tornato come autore (per i Cattivi Pensieri e Toto Cutugno), avrei piacere di calcare nuovamente quel palco come cantante. Sarebbe un bel colpo!
Hai vissuto un periodo di fermo, per poi tornare in auge prendendo parte al programma di Rai1, “Ora o mai più”, condotto da Amadeus. Cosa ti ha portato quella ritrovata esperienza televisiva?
Mi ha di certo portato una ritrovata popolarità, un ritrovato contatto con il pubblico, con tutte quelle persone che mi seguivano in precedenza ed ha permesso, a chi ancora non mi conosceva, di scoprire la mia musica. Si è trattato di un’esperienza molto emozionante. Ma devo dire che, prima di partecipare al programma, avevo comunque i miei tour da organizzare, le varie località da toccare, teatri e quanto altro. Mi sono esibito anche all’estero. Non mi sono mai fermato. Quella ritrovata partecipazione televisiva, mi ha di certo portato nuova linfa, tanta nuova energia e voglia di comunicare.
Nel 2019 vi è stata poi la partecipazione a “Tale e Quale”, che ti ha portato ad impersonare, con grande successo, alcuni volti del panorama musicale. Vuoi parlarcene?
Avrei dovuto prendere parte anche all’edizione del 2020 ma, le restrizioni legate all’emergenza sanitaria ancora in atto, hanno fatto sì che vi fosse un ridimensionamento del cast. Ho comunque provato piacere nell’essere stato scelto, perché “Tale e Quale” è un programma in grado di arricchirti molto, una vera e propria palestra. Vi erano ore ed ore di trucco affinché ci si potesse calare nel personaggio e altrettante ore da dedicare alle prove, alla voce. Tensione e fatica erano per me una costante, pura abitudine ormai, ma al contempo gli sforzi profusi erano per me soddisfacenti.
Cosa non hai ancora avuto modo di dire?
Bella domanda! Ho la certezza di essere capace, di essere bravo, cosa che affermo con assoluta umiltà. Ciò che mi auguro è che i miei passi in avanti, in questo mestiere, siano presi in considerazione, siano riconosciuti nella giusta maniera. Sto scrivendo una canzone, dal titolo “Van Gogh”. Penso che in Italia ci siano tanti piccoli Van Gogh. Ho un mio personale percorso, una mia strada da seguire e voglio poter continuare a dire ciò che penso, sperando di poter piacere, sempre più.
Davide De Marinis (Photo Stefano Rizzi)
Guardiamo al futuro. Cosa ti auguri che possa accadere?
Mi piacerebbe diventare padre. Magari sarò fuori tema ma, il lockdown, mi ha portato a pensare a questo aspetto. A livello lavorativo, invece, mi auguro di poter prendere parte ad un programma televisivo, non di certo come presentatore. Mi piacerebbe essere parte di una rubrica, così come mi auguro di poter realizzare delle canzoni che possano essere poi scelte per delle pubblicità. Per questa estate, invece, mi auguro di riuscire a portare in giro il mio “Mi sono rotto Tour”, se la situazione attuale lo consentirà.
Guarda il video di “Mi sono rotto”
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Ringraziamo Davide De Marinis della disponibilità