Coachella: un festival senza anima?

Il Coachella tra influencer, marketing e grandi trasformazioni.

Luci scintillanti, artisti di fama mondiale e aria di festa. Questo è tutto ciò che promette e che anche quest’anno ha portato il Coachella 2025. Ma è tutto oro ciò che luccica in mezzo al deserto?

Un festival senza anima

Il Coachella è un festival musicale che si tiene ogni anno nel deserto della California. L’evento propone una scaletta ricca di grandi artisti e capace di abbracciare diversi generi musicali. Ma non si tratta solo di musica: sono infatti presenti anche installazioni artistiche, esperienze brandizzate e attività capaci di coinvolgere un pubblico sempre più ampio.

Tuttavia, i riflettori del Coachella non sembrano mettere in ombra le critiche. Il musicista e comedian Reggie Watts ha infatti esposto tramite un post il suo pensiero riguardo al festival, definendolo senza anima: l’evento si traduce in “un’esperienza confusa e impersonale” dove “la maggior parte delle persone si muove come carte di credito ambulanti, passando da un’esperienza brandizzata all’altra”.

Secondo Watts, il Coachella si sarebbe dunque trasformato in un evento che non mette al centro le persone, ma gli influencer, riducendo al minimo i momenti in cui si percepisce qualcosa di vero: istanti che si vanno a perdere tra le iniziative dei brand e il caos generale. Il tutto ad un prezzo esorbitante, sia per le persone che per l’ambiente.

Già l’anno scorso, Il Post riportava le parole del fotografo Raph Pour – Hashemi, esattamente in linea con quelle di Reggie Watts: l’attenzione al marketing ha privato il festival “della sua anima: insegue soltanto il prossimo segmento demografico”.

L’offerta musicale data dal festival diventa quindi sempre di più un semplice contorno per un mondo molto più ampio. Inoltre, già da alcuni anni, viene evidenziato il disinteresse che affligge gran parte del pubblico coinvolto al Coachella.

Nuove generazioni che allontanano il passato

Proprio quest’anno siamo stati testimoni di un evento che ha messo in luce l’ormai evidente passaggio generazionale in ambito musicale. Benson Boone, diventato virale grazie al successo di Beautiful Things, sul palco del Coachella 2025 ha deciso di rendere omaggio ai grandi del passato. Un passato che forse non appartiene alle nuove generazioni.

Boone ha deciso infatti di esibirsi con una cover di Bohemian Rhapsody dei Queen facendo salire sul palco, al momento del famoso assolo di chitarra, il celebre chitarrista dei Queen Brian May. Il pubblico di giovanissimi, però, non sembra averlo accolto con l’entusiasmo che lo stesso Benson Boone si aspettava.

Un periodo di assestamento

E’ possibile che la nuova generazione sia solo interessata all’apparenza e al mostrarsi sui social, aderendo totalmente alla spinta dettata dal marketing? Si sta perdendo sempre di più lo spirito di comunità legata dalla musica di qualità che dovrebbe stare alla base di un festival come il Coachella?

Sicuramente fare di tutta l’erba un fascio non porta alla risposta, ma occorre comunque aprire gli occhi su un contesto che sta radicalmente cambiando, cercando di trovare il suo equilibrio tra i due estremi: chi ha messo radici nel passato e rifiuta le trasformazioni di oggi e chi, invece, è talmente concentrato sul presente da dimenticare chi ha permesso l’evoluzione musicale di cui oggi siamo testimoni.

A cura di Giada Targa per LiveMedia24

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