Anno dopo anno l’AMA Music Festival di Romano d’Ezzelino ha saputo divenire un punto di riferimento nel panorama live del nord-est Italia, e la crescita non si vuole fermare.
Dopo il corposo pre-view dello scorso 8 luglio che ha visto salire sul palco dell’AMA Music Festival i Chemical Brothers, (QUI il reportages della serata) icone della musica elettronica, il 26 agosto è stata la volta di Yungblud, l’eclettico e ribelle cantautore britannico.
Nato nel 2015 da un’idea di Andrea Dal Mina, l’AMA Music Festival ambientato nella splendida cornice del parco della Villa Ca’ Cornaro di Romano d’Ezzelino, ha da sempre l’obiettivo di portare nel territorio non solo musica, ma anche cultura, storia, turismo responsabile e percorsi enogastronomici nei quali suoni e arti si intrecciano con l’ambiente circostante. Lo scorso anno ha accolto ben 30.000 persone e si è aggiudicato l’ambito riconoscimento di miglior festival italiano messo in palio da Ticketmaster, il circuito di vendita biglietti più importante al mondo.
Per il 2023 gli organizzatori hanno messo a punto un programma articolate su sei serate, che sul palco bassanese hanno visto alternarsi artisti italiani ad artisti internazionali, emergenti rincorrere veri e propri colossi della musica come Cypress Hill, Megadeth e Articolo 31. Peccato per lo show di Salmo annullato qualche settimana per problemi di salute dell’artista e quindi indipendenti dalla volontà degli organizzatori, che nonostante il poco tempo a disposizione, sono riusciti a portare sul palco, al suo posto, il rappers veneziano Nitro.
LiveMedia24 è stata presente alla serata del 26 agosto, nome importante quello dell’headliner della serata, “un tale” Yungblud, istrionico giullare del movimento pop-punk britannico. Vederlo sul palco è un piacere, Dominic (questo il suo vero nome), non sta fermo un secondo, balla, salta come una cavalletta, regala baci, sorrisi e pose maliziose.
Allegro, a tratti serio, in qualche occasione sfacciato. E’ veramente impossibile descrivere un suo live, Yungblud piaccia o non piaccia, va visto di persona. Quello portato sul palco dell’AMA ricalca, com qualche piccola variazione, come scaletta quando proposto in primavera a Milano.
Si parte dagli albori della sua carriera, con brani come “The Funeral” o “Sex not violence” fino ad arrivare ai suoi ultimi lavori e a “The boy in the black dress” brano divenuto oramai il simbolo dell’artista di Doncaster.
Breve biografia di Yungblud.
Yungblud, pseudonimo di Dominic Richard Harrison, è nato il 5 agosto 1997 a Doncaster, nel Regno Unito. Fin da giovane, ha dimostrato un interesse profondo per la musica e il teatro, coltivando la sua passione per l’arte. Sin da adolescente, ha iniziato a scrivere canzoni che esploravano tematiche sociali e personali, prefigurando il suo stile distintivo.
Negli anni successivi, Yungblud ha affinato il suo suono unico, fonde elementi del rock, del punk e del pop con testi intensi che riflettono le sfide e le emozioni dei giovani di oggi. Il suo singolo di debutto “King Charles” nel 2017 ha catturato l’attenzione degli appassionati di musica alternativa, aprendo la strada a un percorso di successo.
Yungblud è diventato noto per la sua musica energica e provocatoria, che affronta apertamente questioni come la salute mentale, l’identità di genere, la politica e l’attivismo sociale. I suoi brani come “I Love You, Will You Marry Me” e “Machine Gun (F**k the NRA)” sono esempi lampanti di come utilizzi la sua piattaforma per portare avanti importanti temi sociali.
La carriera di Yungblud ha raggiunto nuove vette grazie alle sue collaborazioni con altri artisti di spicco. La collaborazione con Halsey e Travis Barker su “11 Minutes” è stata un successo internazionale e ha ampliato la sua platea di fan. Queste partnership evidenziano la sua versatilità e il suo impatto trasversale sulla scena musicale. Oltre alla sua musica, l’immagine di Yungblud è altrettanto riconoscibile e caratteristica. Con i suoi capelli rosso fuoco, il trucco sgargiante e l’abbigliamento eccentrico, incarna un’estetica distintiva che parla ai giovani in cerca di un’identità autentica e non convenzionale.
Yungblud ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti per la sua musica e il suo impegno sociale, consolidando, giorno dopo giorno la sua posizione nella scena musicale. I suoi tour mondiali registrano spesso il tutto esaurito, testimoniando la sua connessione unica con i fan in tutto il mondo. Yungblud racconta il viaggio eccezionale di un giovane artista che ha ribaltato gli stereotipi musicali e ha affrontato tematiche importanti attraverso la sua arte. Con il suo sound innovativo e il suo spirito ribelle, Yungblud si è affermato come una figura iconica della musica contemporanea e continua a lasciare un’impronta indelebile sulla storia del rock moderno.
Focus sugli opener.
Il programma completo del 26 agosto dell’AMA Music Festival prevedeva anche l’esibizione di Call Me Karizma. Il rappers del Minnesota è salito sul palco di Villa Ca’ Fornaro sotto il sole cocente delle 16:40, seguito a ruota alle 18:10 da La Sad emergente band milanese pop-punk, freschi di collaborazione con Naska con “Summersad 4”, che eseguiranno assieme in chiusura della session di Naska.
Call Me Karizma sul palco dell’AMA Music Festival
La Sad
E’ proprio Naska a salire sul palco subito dopo di loro. Naska, pseudonimo di Diego Caterbetti, dopo un’inizio fatto di pezzi pubblicati autonomamente in YouTube è emerso sulla scena musicale nel 2015 quando ha pubblicato il suo primo EP “The Purge” catturando rapidamente l’attenzione con il suo rap graffiante e ritmato.
Il 2020 segna lo spartiacque per Naska tra il rap e le successive sonorità pop-punk i primi singoli come “Mamma non mi parla”, “Spezzami il cuore” e “Punkabestia” riscuotono un’ampio successo di pubblico e di critica e fanno, di fatto, da apripista al primo lavoro in studio “Rebel” a cui seguirà il primo tour dell’artista marchigiano.
Il 2023 rappresenta l’anno della consacrazione alle grandi folle per Naska, Diego infatti sale sul palco del Rock In Roma, e del Mi Ami di Milano, oltre alla partecipazione all’AMA Music Festival dove in quasi un’ora di esibizione, ha riproposto tutti i brani che lo hanno portato alla ribalta, partendo da “Mamma non mi parla” fino ad arrivare al più recente “Summersad 4” ultimo ed apprezzato singolo uscito in collaborazione con La Sad.
Ultimo, ma non per importanza a salire sul palco, Bresh, all’anagrafe Andrea Brasi rappers genovese. “Cresciuto” professionalmente con i colleghi RKomi e Tedua, Bresh inizia a farsi conoscere al grande pubblico nel 2020, quando ri-pubblica il suo primo album “Che io ci aiuti”. La consacrazione definitiva avviene l’anno successivo quando il nuovo singolo “Angelina Jolie” viene certificato triplo disco di platino.
Due scatti di Bresh sul palco dell’AMA Music Festival
L’ultimo suo lavoro, uscito lo scorso gennaio, “Guasto d’Amore” parla del suo rapporto con il Genoa, sua squadra del cuore. “Guasto d’Amore” viene adottato dai supporters genoani e diviene di fatto un’inno regolarmente cantato allo Stadio Marassi. E’ di pochi giorni fa la premiazione di Bresh ad Aulla in occasione del Premio Lunezia per il il valore musical-letterario del suo brano “Altamente mia”.
A cura di Roberto Tommasini per LiveMedia24
Gallery fotografica di Roberto Tommasini per LivePhotoMusic