“Alchimie” è il titolo del nuovo progetto del pianista Alessio Ruggio. Un ragazzo che ha conosciuto la sofferenza e che, attraverso la musica, prova a trasmettere pensieri positivi, gioia.
Un’intervista reale, quella realizzata con Alessio Ruggio, capace di regalarci buone sensazioni, voglia di musica, così come la sua “Alchimie”.
Vi lasciamo alle parole di Alessio Ruggio, al suo vissuto e alla sua musica.
Ti ringraziamo per aver accolto il nostro invito, Alessio, come procede il tuo vissuto?
Sono io che ringrazio voi per l’invito. Tra il 2020 e il 2021 ho vissuto un momento difficile ma, per fortuna, “non può piovere per sempre”. Spesso, dopo un dolore, un lutto, ci si rialza, nonostante la vita non sia più la stessa. La musica è arrivata proprio in quel momento, insieme alle persone che mi sono state vicine. Sono riuscito a risalire, a stare bene, attorniandomi di persone sane.
Alessio, parlaci di come si è sviluppata questa passione per il pianoforte e degli artisti che hanno guidato il tuo percorso artistico?
Ho sempre suonato il pianoforte ma il tutto si è sviluppato maggiormente nel 2020, insieme a mio papà. Una volta arrivato in Francia, vuoi per le dimensioni piccole di un appartamento, non avevo il giusto spazio per il pianoforte. La musica mi mancava ed ho così comprato una tastiera, per non perdere l’allenamento. Oggi sogno di portare a Parigi il pianoforte che ho a Palermo, regalo dei miei all’età di diciotto anni. Diversi artisti hanno accompagnato il mio percorso musicale. Riopy è tra i pianisti che preferisco, poi c’è Einaudi, Reyn e Adrian Berenguer. Ho, tra l’altro, sempre il sostegno di Elodie Frégé, cantante francese. Una persona che, come me, ama le vibrazioni che riesce a trasmettere la musica.
“Alchimie” ci parla di te, della musica, in una chiave del tutto differente. Come ha preso vita questo progetto?
“Alchimie” è nato un po’ per caso. Ho composto il pezzo alle tre di notte, tornando a casa dopo una serata passata con amici. Mi dicevo che non sarei dovuto uscire quella sera, che avrei dovuto riposare ma avevo voglia di pensare ad altro. Il giorno dopo, inaspettatamente, registriamo il pezzo, diverse volte. Ho poi ritenuto che la prima versione fosse la più vera e sensibile.
Vi è tanta speranza nella tua musica, in ogni singola nota. A cosa devi ciò e cosa cerchi di trasmettere in tal modo?
Penso non ci sia sensazione piu bella del poter trasmettere emozioni attraverso la propria musica. Spesso mi sono ritrovato di fronte a cantanti o musicisti che hanno un livello tecnico molto alto, ma ciò appare anche quasi come una mera esecuzione di uno spartito. Il mio intento è quello di poter far viaggiare gli ascoltatori in un mondo fatto di speranza, con uno stato d’animo migliore. Vorrei, ad ogni modo, portare sollievo a tutti coloro che affrontano dei momenti complicati e dire, a mio modo, “anche tu puoi farcela”.
La Francia crede in te ed è, ormai, una seconda casa da abitare. Quali sensazioni ti trasmette quella terra e quanto c’è ancora in te della tua Sicilia?
Prima di essere francese sono italiano, siciliano. Non rinnego le mie origini e, nonostante l’Italia e la Francia siano “cugini”, non nego le loro diversità. Della Sicilia porto con me i valori, l’amore per la famiglia, la gratitudine, la condivisione. La Francia, che adoro, resta il mio paese di adozione.
Chi è Alessio al di là della musica?
Una persona solare, simpatica e, soprattutto, empatica, forse anche troppo. Ho imparato ad amarmi, specie dopo le sofferenze vissute.
Cosa puoi anticiparci sul futuro, su quelle che saranno le tue prossime avventure?
Il mio secondo album uscirà a dicembre e si intitolerà, “Blue Mind”. Un album differente dai precedenti, vicino al tema del mare, difatti la Sicilia è più che presente.
Alessia Giallonardo per LiveMedia24