“Sopra un ring” è il nuovo singolo di Fabio De Vincente, che nel 2016 prese parte al programma, “The Voice of Italy”, scegliendo il team di Dolcenera. Un’esperienza importante, ma che ha ancora un lungo cammino da fare, da dimostrare, come da sua stessa ammissione. Un singolo, quello di cui ci parla, intriso di significato, di forza, di voglia di risollevarsi, anche dopo aver perso una battaglia importante. Ringraziamo Fabio della disponibilità e vi lasciamo alle sue parole.
Benvenuto su LiveMedia24, Fabio De Vincente. Come procede il tuo vissuto?
Grazie a voi dell’invito e di questo spazio dedicatomi. In questa fase, si parla di un vissuto bello tosto che fa i conti con tutte le problematiche che si possano incontrare nel percorso di una vita, come capita a tante persone, del resto. In generale una grande sfida, a volte meravigliosa e qualche volta in più cattiva, cruda, tragica ma che vale sempre la pena di vivere. Lavorando su di noi e sul nostro futuro si può portare la bilancia a nostro favore, ma accadono eventi più grandi che nonostante il nostro volere non possiamo comandare.
Come nasce la tua passione per la musica?
Penso sia nata prima che nascessi, come un qualcosa di profondamente radicato in me. Mia madre ha ballato il Boogie-Woogie tutta la notte il giorno che mi ha partorito.
“Sopra un ring”, il tuo ultimo singolo, da cosa ha preso vita?
Dal mio vissuto, come ogni brano che scrivo. Nel caso di “Sopra un ring”, in particolare, dal reagire a qualunque cosa succeda. Si perdono le persone care, il lavoro e può capitare che si perda anche se stessi, la salute, le cose materiali, i soldi, ma la dignità nel rialzarsi e lottare per stare meglio dà un senso alla nostra esistenza che si spera sempre alla fine sia vincente.
Quanto c’è di autobiografico in ogni pezzo realizzato?
Tutto, dal testo al suono; le melodie, le armonie, il modo di suonare il pianoforte, l’arrangiamento degli altri strumenti, tutto mi appartiene completamente.
Si dice di te, che sei “l’aristocratico di strada”. A cosa si deve questo appellativo?
Penso sia dovuto al mio passato mai distinto in uno strato sociale. Ho frequentato contesti, ambienti e persone di tutti i tipi di estrazione e genere nell’arco della mia vita. Credo ci sia sempre stata una parte di me aristocratica ed un’altra innegabile del ragazzo di strada fatta di eccessi e poca disciplina.
Che ricordo hai della tua esperienza a “The Voice of Italy” del 2016?
Indubbiamente positivo, ma è solo una piccola tappa di un percorso artistico che ha ancora tutto da dimostrare. Il meglio deve ancora venire.
Cosa non ripeteresti di quel percorso televisivo e personale?
Ogni cosa che facciamo nella nostra vita, dai piccoli ai grandi gesti, sono frutto di una nostra scelta. Non ci sono cose che avrei voluto fare in più o che non avrei voluto fare. Se ho agito come ho agito è perché per me era giusto così.
Cosa prevede il tuo futuro artistico?
Cosa prevede lui per me non si può sapere, ma so cosa prevedo di fare per me stesso. Voglio continuare a svolgere questo mestiere per lungo tempo. Spero sappia stupirmi in positivo, oltre le mie aspettative, che sono già grandi.
Alessia Giallonardo per LiveMedia24