Gianfrancesco Cataldo, in arte Gavio, è un giovane cantautore di Benevento che, alcuni anni fa, ha preso parte al programma musicale, The Voice of Italy.
Una passione, quella per il canto, che si è sviluppata da bambino, cominciando a comporre, insieme al papà, i primi giri di do. Gavio, oggi, sogna di poter prendere parte al noto concertone del Primo Maggio, in Piazza san Giovanni, e per farlo avrà bisogno del sostegno di buona parte di voi.
Abbiamo modo, oggi, di incontrarlo, di scoprire qualcosa in più sulla sua persona, sulla sua partecipazione a The Voice of Italy e sul suo futuro artistico.
Ben trovato su LiveMedia24, come procede il tuo vissuto?
Sto vivendo un periodo ricco, pieno di gratificazioni. Sono felice di questo.
Il primo concorso di Gavio insieme alla sua band.
Quanto è stato breve il passo dal cominciare a suonare la chitarra, a mettere poi in piedi, da ragazzo, il tuo primo gruppo?
Devo grazie a mio padre se ho cominciato a suonare la chitarra. Fu lui a portarmi ad imparare il giro di do e, da allora non ho mai smesso di suonare, fino a dare vita, appunto, al mio primo gruppo. Nonostante fossimo bravi, però, nessuno voleva affidare delle vere e proprie serate a dei ragazzi di quattordici anni. Solo successivamente, prendendo parte ad un concorso, il Tour Music Fest, abbiamo avuto modo di farci conoscere ad ampio raggio e di arrivare addirittura alle semifinali. Un vero traguardo, per noi, che mi ha poi permesso di conoscere il mio primo produttore, Alessandro Guardia dell’AlfaMusic.
Le tue sono canzoni che nascono “sottovoce”. Perché?
Sembra un qualcosa di filosofico, ma in realtà non è proprio così. Molto semplicemente, vivo in un condominio, e non posso fare altro che rispettare tutti coloro che risiedono in quel luogo. Allo stesso tempo, mi verrebbe da dire che nascono sottovoce perché prendono forma dentro di me, nel mio intimo, e cantarle a bassa voce è un modo per renderle ancora più mie.
Chi ha ispirato, nel tempo, il tuo percorso artistico?
Diverse persone, senza alcun dubbio. All’inizio della mia carriera, il cantautorato italiano è stato fondamentale per la mia formazione. Jovanotti, Ramazzotti e Cremonini, ancora oggi, sono importanti per me, successivamente ha poi preso piede l’amore per i The Beatles. La loro musica è pura magia!
I primi lavori importanti di Gavio.
Nel 2015 hai avuto modo di realizzare un primo EP, Parabola. Parlaci di questo lavoro?
Conservo un ricordo bellissimo di quel primo Ep. Quattro pezzi, realizzati in studio, che sembrano appartenere ad un quasi live. Non posso che dirne bene.
Nel 2016 la svolta, con la partecipazione al noto programma, The Voice of Italy. Che ricordo ne hai?
Ero lì per caso, per accompagnare una persona. L’attesa, il passare del tempo, mi ha portato a pensare di partecipare alle selezioni. A scegliermi, inaspettatamente, fu Emis Killa, una persona a cui devo molto, che ci ha dato tanto. Tornassi indietro, ripeterei subito l’esperienza, in ogni sua singola forma e meccanismo.
La vittoria al Premio Musicultura, successivamente, ti regalò anche la possibilità di conoscere Fabrizio Frizzi. Cosa puoi dirci a riguardo?
Ne conservo un bellissimo ricordo. Un’esperienza bellissima, che mi ha dato modo di comprendere quanto sia gratificante essere riconosciuto per strada come un cantautore. Tra l’altro, conservo una bellissima dedica di Fabrizio Frizzi. Un qualcosa di cui non ho mai svelato il contenuto a nessuno e che, negli anni, continuerò a preservare soltanto per me.
Il 2017, invece, è l’anno di, Portafortuna, il tuo primo disco. A seguire, un tour itinerante. Raccontaci come andò?
Non conservo un ricordo piacevole di quel periodo. Portafortuna, non mi regalò buone sensazioni, così come non ebbi modo di dire cosa pensavo realmente. Ho vissuto, subito dopo, un periodo di silenzio, di fermo, da cui sono uscito poco dopo, per fortuna.
Il 2019 ti porterà a scegliere il nome d’arte, Gavio..
Gavio prende ispirazione da un guerriero sannita e, a suo modo, vuole evidenziare la mia appartenenza al territorio. Un guerriero umile, fiero, capace di sconfiggere i nemici senza attuare alcuna morte, bensì umiliandoli, semplicemente. Questo nome rappresenta una rinascita, un cambio anche legato al sound che volevo portare nuovamente in giro.
Il 2020 ti porterà ad accedere al programma, AmaSanremo..
Esattamente. Una situazione strana, perché caratterizzata dallo stesso brano che avevo presentato l’anno precedente. Le venti realtà musicali più importanti tra le proposte. Ho potuto cantare un brano mio, benché sia stato incompreso. Provenivo da un’etichetta molto forte, e lavoravo in fabbrica. Nonostante ciò, sono stato accusato di aver studiato tutto a tavolino. Non era assolutamente vero.
Chi è oggi Gavio?
Gavio oggi è una persona che si pone obiettivi a breve termine. Non voglio pensare a come sarà il mio futuro tra un anno, o sei mesi. Vivo, semplicemente, ciò che viene, senza pormi troppe domande. Se c’è una giornata di sole prendo il sole, e così via. Vivo d’arte, esprimendomi come posso. Sono felice così.
Sappiamo che stai “lottando” per poter salire su di un palco importante. Di cosa si tratta?
Esatto! Sarei felice di poter prendere parte al concerto del Primo Maggio, nella storica Piazza San Giovanni di Roma. Sono tra i centocinquanta semifinalisti per le selezioni del Primo Maggio. Una realtà da gestire, se accadesse, sul palco per soli quindici minuti. Necessito del sostegno del pubblico, di tutti coloro che avranno voglia di ascoltare il mio pezzo, Buon 2020. Un brano particolare, scritto in un anno particolare, che racconta dei miei disagi con i luoghi comuni. Chiedo ai vostri lettori di darmi una mano, di condividere il tutto con chiunque volesse darmi supporto. Sarebbe un traguardo importante per me.
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Alessia Giallonardo per LiveMedia24