“La Mia Generazione”: il festival di Ancona sfida la pandemia

Il festival “La Mia Generazione”, svoltosi ad Ancona lo scorso settembre, sfida la pandemia. L’evento live si rivela un vero e proprio schiaffo al Coronavirus, avendo soddisfatto le stringenti norme contro la diffusione.

La kermesse, giunta alla terza edizione, ha rivisitato l’atmosfera degli anni ’90, caratterizzati dalla forza aggregativa dei club. Il direttore artistico Mauro Ermanno Giovanardi (componente dei La Crus) è riuscito a destreggiarsi tra le recenti normative. Ne è scaturita una manifestazione giocoforza diversa dalle precedenti, ma proprio per questo unica nel suo genere.

Mauro Ermanno Giovanardi – Massimo Cotto

La recente chiusura per i teatri è solo l’ennesimo colpo inferto dall’emergenza ad un settore già cronicamente in crisi. Ma il Teatro delle Muse di Ancona ha riaperto i battenti per l’ultima volta in questo annus horribilis, per ospitare tre dei maggiori cantautori italiani: Vinicio Capossela, Brunori SAS e Ghemon. Gli artisti si sono alternati durante la serata finale nella venue dorica, dove i posti vacanti per il distanziamento si percepivano con la vista, ma non con l’udito. Questo grazie a quei pochi fortunati che hanno ravvivato le tre esibizioni. Magistrale la conduzione dello storyteller Massimo Cotto, autentico thesaurus musicale in grado di trasportare il pubblico in dimensioni oniriche.

 

 

Vinicio Capossela e Massimo Cotto

 

Massimo Cotto

 

Vinicio Capossela

 

Brunori SAS

 

Ghemon

Al festival dorico, spazio alle parole e alla solitudine delle chitarre.

L’eccezionalità del festival dorico trova riscontro anche nella riflessione, dando spazio alle parole e alla solitudine delle chitarre. Cristiano Godano, protagonista della scena alternativa italiana con i Marlene Kuntz, ha presentato alcuni brani tratti dal primo album solista (“Mi ero perso il cuore”), moderato dal giornalista Leonardo Colombati. Gli succede Vasco Brondi (ex-Le luci della centrale elettrica), intervistato da Emiliano Colasanti, in un dialogo introspettivo e filosofico. Intima ed aneddotica l’ultima intervista tra Motta e la scrittrice Giulia Blasi, nella presentazione della prima fatica letteraria del cantautore toscano (“Vivere la musica”).

 

Cristiano Godano

 

Cristiano Godano – Leonardo Colambati

 

Vasco Brondi

 

Vasco Brondi – Emiliano Colasanti

 

Motta

 

Motta e Giulia Blasi

Gli ospiti serali della prima giornata del festival hanno incantato la ridotta cornice di pubblico nella storica corte della Mole Vanvitelliana, detta Lazzaretto. Infatti, ironia della sorte, sorse nel ‘700 per garantire lo svolgimento della quarantena durante le epidemie e le pestilenze. Sotto un cielo stellato si sono alternati sul palco i Perturbazione prima e Lucio Corsi poi. Se i primi sono più che una certezza del genere Indie Pop italiano, il secondo è destinato ad esserlo ben presto. Dandy irriverente ma delicato, dotato di una voce potente che trova riscontro nella musica e nei testi energici. 

Pertubazione

 

Lucio Corsi

Gli eventi musicali come li conoscevamo sono ad oggi un’utopia, più che una rarità. Socialità e aggregazione sono le vittime illustri della pandemia. Il richiamo delle folle oceaniche ha ceduto il passo all’interazione intima tra pubblico ed artista, i quali raggiungono una comunicazione realmente orizzontale. È per questo che il festival “La Mia Generazione” di Ancona  ha vinto la sfida contro la pandemia, poiché il fortunato pubblico dorico ha potuto riassaporare il coinvolgimento diretto con i cantanti.

Le limitazioni agli eventi musicali a causa della pandemia sono state una costante che ha segnato il 2020, e marcherà inevitabilmente anche il 2021. Tuttavia, la manifestazione dorica ha dimostrato che si può fare musica dal vivo rispettando le regole, alle quali il pubblico si è attenuto senza esitazioni.

https://www.lamoleancona.it/la-mia-generazione-festival/

Tutte le foto sono state scattate da Emmanuele Olivi per LivePhotoMusic

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