LiveMedia24 incontra Layz, il rapper che ha appena pubblicato “Slevin Flow”, il suo primo Ep.
Un lavoro, quello che ci presenta Layz, che segna un momento di passaggio tra il disco precedente e l’attuale, “Slevin Flow”.
Vi lasciamo, dunque, alle parole di Layz e alla sua amata musica, senza dimenticare ciò che lo ha portato a realizzare “Slevin Flow”.
Ti ringraziamo per aver accolto il nostro invito, Layz, come stai?
Sono io che ringrazio voi per l’invito. Direi che non posso affatto lamentarmi in questo periodo. Sto davvero bene!
Parlaci di come ha preso forma il tuo amore per la musica?
Per farlo dovrei tornare indietro e ripercorrere buona parte della mia vita. Fin da piccolissimo sono stato a contatto con la musica. Mio padre ha sempre collezionato vinili e la domenica, quando i miei non lavoravano, era abitudine ascoltare tanta buona musica. Ero “innamorato” di Lucio Dalla, De Andrè, Modugno e non solo. Successivamente, ho poi amato follemente il rap, ogni sua piccola sonorità.
Quali sensazioni sono legate alla scrittura, alla creazione di un testo, per ogni singola nota che compone un tuo brano?
Dipende da brano a brano. Spesso sono sensazioni di rivalsa. Il semplice fatto di creare da solo la mia musica rappresenta una rivincita nei confronti di un mondo che troppo spesso è stato duro nei riguardi di un ragazzino che, anziché difendersi, si è chiuso in se stesso per troppo tempo. Oggi ho trovato la forza di espellere ciò che ho tenuto dentro. Nella maggior parte dei testi ci sono le sensazioni che ho sempre provato: inquietudine, solitudine, emarginazione. Mi piace parlare del cambiamento o di cosa ha scaturito una determinata esperienza piuttosto che l’esperienza in se.
Tanti i brani in rotazione radiofonica dal 2020 in poi. Come hai vissuto questa piccola ondata di successo?
Sinceramente non me ne sono reso conto più di tanto. Accade tutto talmente velocemente oggi che l’attimo prima ti senti all’apice e quello dopo sull’orlo del baratro. Me le sono godute di più tempo dopo che è successo, lì per lì non ci fai tanto caso, vai avanti con la tua vita. Quando poi ti guardi indietro dici “caspita è successo a me” e ti rendi conto del lavoro che hai fatto. Sono uno che fatica a vedere i propri successi e forse da troppo peso ai fallimenti. Sono, ad ogni modo, molto contento e continuo ad alzare l’asticella legata al mio percorso. Sono consapevole di dover fare sempre di più.
Parlaci del tuo ultimo lavoro, l’Ep “Slevin Flow”. Come ha preso forma?
Sto lavorando al mio nuovo album da ormai tre o quattro mesi e sapevo che ci sarebbe voluto altro tempo. Ho deciso di realizzare un progetto semplice che riempisse quel vuoto che avrei lasciato. L’idea di ispirare ogni traccia ad un film diverso è avvenuta successivamente. Avevo due canzoni embrionali che sarebbero poi diventate “Leonardo Notte” e “Che Finale”, ispirate a “1992-1993-1994“ la prima e “Io Non Ho Paura” la seconda, cosi ho scelto di seguire questa onda cinematografica ed ha avuto vita l’EP. Un progetto di transizione tra un disco e l’altro, senza avere le pretese di un album. Non ha un ordine preciso di ascolto e non richiede un impegno nell’ascolto. Una raccolta di sei tracce ispirate al mondo del cinema.
Cosa possiamo aspettarci dal tuo futuro artistico?
Sto lavorando al nuovo album che mi sta portando via molte energie. Voglio che sia perfetto e molti gradini sopra ai miei lavori precedenti. Spero di fargli vedere la luce prima dell’estate. Al contempo, però, non voglio limiti di tempo. Quando sarà pronto uscirà senza fretta o pressione alcuna.
Un sogno che vorresti poter realizzare un domani?
Il sogno rimane sempre quello, poter vivere con e per la musica. Fare musica richiede uno sforzo economico non indifferente e purtroppo, o per fortuna, non ho nessuno che mi può aiutare ad affrontare il peso delle spese che un progetto come il mio richiede. Vorrei, un giorno, poter lasciare il mio lavoro attuale, quello del magazziniere, per poter dedicare tutto me stesso alla mia amata musica.
Chi è Layz nel quotidiano, quando non è preso dal suo fare musica?
Layz è semplicemente Lazzaro, nel quotidiano. Un ragazzo normale con una vita normale che ama la musica, la lettura e il cinema. Lazzaro è sempre stato un po’ schivo e solitario, uno che pensa molto e si fa prendere anche troppo dal suo passato e da quello che ha vissuto. Vorrei, un giorno, poter vivere soltanto di musica. Questo è il motivo per cui è nato Layz: per avere il coraggio di dire cose che altrimenti lo consumerebbero dall’interno.
Alessia Giallonardo per LiveMedia24