Un piccolo ma grande omaggio a Franco Battiato, “Mare Mare”, tra citazioni letterarie e riflessioni sul nostro tempo, per Mattia Rame.
Dopo l’uscita del precedente singolo, “Muoviti”, Mattia Rame ci parla di questo nuovo lavoro, “Mare mare”, in radio da questo luglio. Il brano è il secondo singolo estratto che fa parte del disco di prossima uscita, “Lo Spazio, l’Egitto, Battiato”.
“Mare mare”, nato come omaggio all’indimenticabile Franco Battiato, ha influenzato in maniera potente le liriche dell’artista romano. “Mare mare” trae ispirazione dai “Diari Intimi” di Baudelaire, un’opera che ha saputo lasciare un’impronta duratura nella mente di Rame. Matti, durante la scrittura di “Mare mare”, ha annotato frasi come: “Pazzi animisti nelle congreghe d’Oriente” e “Uomini prendono il virus al funerale di uno sciamano”. Frasi che, a seguito dell’esperienza da Covid-19, assumono un tono sinistro. Queste citazioni sono state intrecciate con riferimenti alla nostra dipendenza dai cellulari e selfie, dando vita a una riflessione che attraversa tutto il testo del brano.
Queste le parole di Mattia Rame a riguardo:
“Ancora non so dire bene se poi io la abbia effettivamente capita, ma qualche tempo fa, mentre scrivevo questa canzone, che poi è diventata il mio vero e proprio omaggio a Battiato, è tornata alla luce”.
Il nucleo concettuale di “Mare mare” ruota intorno alla frase che potrebbe apparire marginale nel testo: “Sui giornali non troveremo come essere Uomini”. In un’epoca in cui siamo bombardati dalle informazioni, Mattia sostiene che non possiamo trovare nell’informazione stessa ciò che ci rende esseri umani migliori. È solo attraverso la cultura che possiamo scoprire il senso delle cose e del nostro essere. La canzone rappresenta un invito a fuggire dalla frenesia solita e dalla compulsione del tempo presente, proprio come se fossimo di fronte al mare, chiedendo di essere cullati dolcemente nei suoi pensieri necessari, ma pregando al contempo di non esserne annegati.
Alessia Giallonardo per LiveMedia24