Tre album in appena tre mesi. E’ questa la missione di Renato Zero e del suo ZeroSettanta; Un progetto colossale in tre volumi che per mezzo di ben 40 brani inediti intende celebrare i 70 anni del cantautore romano. Il suo intendo è di proiettare, ancora una volta, la sua musica nel presente e verso il futuro.
Nessuna scorciatoia, non un best of nè tantomeno un disco di duetti e collaborazioni come molti artisti oggi scelgono di fare per sparare i coriandoli in occasione di qualche ricorrenza particolare o importante. Un modo come un altro che spesso e volentieri diventa anche un’occasione di rilancio mediatico e discografico nei casi in cui qualche carriera arranchi. Soprattutto tra i più adulti (ma non solo). Il cantautore de ‘Il carrozzone’, invece, non ne ha bisogno ed ha semplicemente deciso di continuare a fare ciò che il suo pubblico da cinquant’anni gli chiede: scrivere e cantare sempre nuove canzoni.
Il primo cofanetto di questa trilogia, ZeroSettanta – Volume Tre (qui la recensione completa dell’intero album), è uscita lo scorso 30 settembre anticipando i capitoli 2 e 1 in uscita rispettivamente il 30 ottobre ed il 30 novembre. Un triplo album che risulta essere quasi un’opera titanica e gloriosa per un artista con oltre 50 anni di carriera alle spalle che, di certo, non facilitano le richieste di originalità, freschezza o di semplice ispirazione.
In ZeroSettanta, Renato Zero affronta in successione temi di attualità che vanno dalla pandemia all’ambiente che l’uomo sta condannando.
Renato Zero, però, si limita a cantare. Canta sempre a meraviglia concedendosi il lusso di dire liberamente ciò che pensa. Trova lo spazio per la pandemia che ha ucciso la nostra collettività, per la televisione che illude, per l’ambiente che l’uomo sta condannando e per la finzione che ha perso quella sua valenza di impreziosire mantenendo solo quella della menzogna ingannatrice. Il destinatario si rivela essere l’uomo comune, colui che vive la società di oggi spesso anche dimenticandosi di farne parte.
Ne esce un album che racconta di verità, fede, ecologia, vita, morte, amore, emarginazione sociale, bilanci di vita. Ne esce, però, soprattutto un album che riscopre il valore profondo della musica. Una musica che, come dichiarato nella conferenza stampa di presentazione del progetto, non può essere fatta in solitudine con un computer e qualche plugin di ultima generazione.
Una musica che ha ancora bisogno del confronto, del vivere la vita per davvero, della ricerca dell’ispirazione; Ma anche della verità delle note e delle parole che vengono scelte e trascritte su carta per “esprimere” più che per “funzionare”. “Sai, non è leggera questa musica che a volte mi ferisce ma dopo mi guarisce“.
E su questa base a contare sono soprattutto le canzoni e di canzoni valide in questo primo “episodio”, ce ne sono parecchie. Già a partire dalla potente ed ispiratissima ‘Gli ultimi‘, capace di tornare a raccontare con efficacia le emarginazioni sociali, la “religiosa” ‘E’ l’età‘. Spazio anche ai sentimenti con la più poetica ‘Seduto sulla luna‘, che risuona come un manifesto capace di tracciare un bilancio.
La cosa importante, però, è il fatto che Renato Zero con il suo ‘ZeroSettanta‘ ci fa riscoprire che la musica ha un valore; Valore che è ben più alto dei 99 centesimi che iTunes gli attribuisce e che in sé custodisce ancora una preziosità speciale. Renato Zero ci ricorda che l’arte non è mai anacronistica, troppo vecchia o troppo poderosa per i tempi perché sono i tempi che trovano definizione a partire dall’arte che li caratterizza e non viceversa.