Alle radici dell’emozione, là dove nasce in mezzo al pubblico, nelle profondità della canzone. In quel punto esatto, tra il palco e il cuore, stanno Giuliano Sangiorgi e i Negramaro alla ricerca di un contatto.
Un incredibile viaggio in musica che dura da vent’anni, mentre tutto scorre. Una “chiamata alle arti” a cui dare voce e corpo, con le ali sporche di terra, realizzando il sogno di una vita negli occhi dei figli. Il racconto inedito e spettacolare di chi si meraviglia ancora del mondo, di così tanta bellezza, usando le canzoni come fossero pelle.
Con il loro Unplugged European Tour 2022 i Negramaro tornano nei teatri dopo oltre quindici anni di assenza, durante i quali hanno conquistato le più grandi venue del Paese, dai palazzetti, ai grandi festival, agli stadi. Una celebrazione delle loro origini, che consente di sperimentare nuove e creative forme musicali ed artistiche in una cornice intima che li vedrà ritornare a stretto contatti con i fan.
Il tour indoor partirà da fine settembre nei maggiori teatri italiani, a cui faranno seguito dieci grandi appuntamenti nelle principali capitali europee. Una scelta precisa che la band ha voluto e condiviso con Live Nation per restare vicino al proprio pubblico garantendo le massime condizioni di sicurezza e offrendo allo stesso tempo uno show nuovo, in una veste inedita: 30 settembre, 1 e 3 ottobre Milano, Teatro degli Arcimboldi; 7-8 ottobre Sanremo, Teatro Ariston; 10-11 ottobre Bergamo, Teatro Creberg; 13-14 ottobre Brescia, Gran Teatro Morato; 16-17 ottobre Padova, Gran Teatro Geox; 19-20 ottobre Firenze, Tuscany Hall; 22-23 ottobre Napoli, Teatro Augusteo; 25-26 ottobre Lecce, Teatro Politeama Greco; 28-29 ottobre Catania, Teatro Metropolitan; 31 ottobre, 1 e 3 novembre Bari, TeatroTeam; 5-6 novembre Mantova, Grana Padano Theatre; 8-9 novembre Torino, Auditorium del Lingotto G. Agnelli; 11 novembre Bologna, Teatro EuropAuditorium; 13-14-15 novembre Roma, Auditorium Parco della Musica – Sala Santa Cecilia.
E ancora: 19 novembre Barcellona, Barts; 21 novembre Londra, O2 Sheperd’s Bush Empire; 23 novembre Amsterdam, Melkweg; 26 novembre Parigi, Le Trianon; 27 novembre Bruxelles, Cirque Royal; 29 novembre Francoforte, Batschkapp; 2 dicembre Monaco, Neue TheaterFabrik; 4 dicembre Lugano, Palazzo dei Congressi; 5 dicembre Zurigo, Komplex 457; 7 dicembre Lussemburgo, Rockhal.
Il ritorno in versione unplugged.
«Già nel 2008 siamo stati protagonisti di uno spettacolo incredibile che c’eravamo promessi di rivivere. Avevamo fatto un bellissimo lavoro intorno ai brani de “La finestra”, con la volontà di ripetere quel tipo di esperienza nel momento in cui saremmo stati ancora più capaci. Col tempo, abbiamo maturato un carico di dieci dischi, tante hit, concerti negli stadi… tutti elementi che hanno portato i Negramaro fino ad oggi, con il nostro “catalogo di emozioni”.»
Nuovamente in tour nei teatri, a compiere il miracolo.
«Miracolo perché il teatro è un posto magico, un luogo che avvicina molto di più il pubblico rispetto ai palasport o agli stadi. Stiamo cogliendo la gioia di portare la nostra voglia di contatto in Italia ma anche all’estero.»
Sul palco, vent’anni di musica dei Negramaro.
«Le canzoni saranno nude, proposte nelle versioni più vicine all’essenza di quelle emozioni con cui sono nate, e anche la maniera di proporle dal vivo rispecchierà quell’esigenza di contatto.»
Le canzoni come fossero pelle.
«Suonare in teatro a Londra, Parigi, Lecce, Bari, Roma, Catania… e provare l’emozione di trovarsi di fronte a corpi nudi che sono le canzoni. E, quando trovi dinanzi a te una nudità così bella, così luminosa, non vedi l’ora di accarezzarla, di esserne parte.»
La scoperta di un nuovo mondo che avrà bisogno di un’essenza antica alla base di tutto.
«Poche chiacchiere, solo emozioni da far fluire libere attraverso le canzoni. La ripartenza europea con questo tour è inoltre uno slancio verso il mondo, verso qualcosa di meraviglioso, e voglio che resti tale dentro di me. Chi fa questo mestiere, per tutta la vita porta avanti un sogno. Un sogno che poi vuoi condividere con i tuoi figli, con mia figlia, e darle tutto quello che posso. Portarla in giro con me e offrirle una fetta grandissima di mondo; farle vedere come fuori dalla porta di casa non dovrà essere diffidente, non dovrà pensare che, se l’altro respira, sia un pericolo. Vorrei che Stella amasse il mondo come lo abbiamo amato noi.»
Con le ali sporche di terra.
«Ho bisogno di sporcarmi “on the road”, per scrivere tutto quello che verrà. Ritrovare il rapporto con il pubblico è riassorbire quella linfa vitale per fare canzoni nuove. Se non ci si nutre delle emozioni vere che tornano indietro da ognuno che ascolta le canzoni, nessuno potrà mai fare qualcosa che si leghi visceralmente alle carni della gente, come le nostre canzoni si sono legate al ricordo di più generazioni.»
Tra gli emergenti di Sanremo nel 2005, mentre tutto scorre.
«Sono strafelice che a Sanremo oggi ci siano sedicenni. E trovo sia fondamentale che le nuove generazioni dimentichino per creare, con un Dna già precostituito nel quale, da Gianni Morandi ai Negramaro, siamo tutti dentro. Dentro Blanco, Sangiovanni, Madame; dentro quella nuova generazione che può far trionfare all’Ariston il rock dei Måneskin.»
Un articolato processo emotivo che sfocia nello straordinario successo di una band.
«La grandezza di una band, prima di andare fuori nel mondo, è avere già un mondo dentro a cui riferirsi e con cui confrontarsi. Confrontarsi con una verità che non è mai solo la mia ma quella di sei persone che vivono ognuna la propria vita. E poi sei vite moltiplicate per centinaia e per migliaia.»
L’unica verità possibile risiede nel confronto.
«Un confronto del quale viviamo, sia il lato luminoso della luna, sia la parte completamente oscurata…»
… generando, di fatto, un’evoluzione.
«Ogni nostro disco ha a che fare con un’evoluzione e, se spogliassimo le canzoni dei Negramaro, vedremmo tutto il percorso che abbiamo fatto. E, in quel percorso, ci sono tutte le verità che ci siamo raccontati ma anche quelle che abbiamo costruito insieme durante viaggio.»
Un viaggio alle radici dell’emozione, in piena libertà artistica.
«La bellezza del viaggio solo per andare, insieme agli amici di sempre. Un tuffo all’indietro di trent’anni andando avanti di mille. A fronte di tutte le verità scaturite dal confronto, tornare in tour con quel furgone degli inizi… sarà allora la più grande e bella bugia che ci potremmo mai raccontare.»
Gino Morabito per LiveMedia24