ROMA (ITALPRESS) – Quasi 10.000 imprese italiane hanno già adottato tecnologie di Intelligenza artificiale con una domanda di competenze aumentata del 157% in 5 anni. Tuttavia, dietro questo progresso si celano divari e ostacoli significativi che richiedono investimenti non solo in tecnologie ma soprattutto nelle conoscenze manageriali indispensabili per guidare l’innovazione. Il 2024 si profila quindi come anno della svolta, con una crescita esponenziale di professionisti alle prese con l’intelligenza artificiale. E’ uno dei dati che emergono da un rapporto presentato in occasione dell’apertura dell’anno accademico della Pontificia Università Antonianum. Uno sviluppo – è stato evidenziato – accompagnato da un significativo aumento della partecipazione femminile nel settore, che è salita dal 30 a oltre il 40%, con un ruolo dunque sempre più centrale delle donne nelle professioni Stem. La diffusione dell’intelligenza artificiale nelle imprese italiane rivela tuttavia una chiara disomogeneità tra le grandi aziende e le Pmi. Le prime, grazie a disponibilità di risorse e capacità di investimento, hanno un tasso di adozione del 24%, mentre solo il 5% delle piccole imprese è riuscito a implementare queste tecnologie. Le città che trainano la crescita – come Milano, Roma, Torino, Bologna e Napoli – sono i principali centri di adozione nei settori IT, sviluppo software e servizi di ricerca. I progressi quindi ci sono ma accompagnati da importanti ostacoli: la mancanza di competenze digitali rimane il principale freno, identificato dal 55% delle aziende. Inoltre, nel 2023, solo il 46% della popolazione italiana possedeva competenze digitali di base, un dato inferiore alla media UE.
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